Confcommercio: cresce la fiducia, ma non i consumi

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La fiducia è una cosa seria. Senza nulla togliere ai sondaggi, che indicherebbero il ritorno di un clima di fiducia da parte di consumatori e imprese, i numeri raccontano un’altra cosa. E indicano una forte condizione di sofferenza. Di fronte ai dati diffusi dall’Istat, che attesterebbero un miglioramento della situazione economica, Confcommercio Toscana replica sottolineando come in realtà non si possa ancora parlare di risveglio completo dell’economia, “il rischio, anzi, è ancora quello di una stagnazione che si cronicizza, visto che tasse, tariffe e spese obbligate per le famiglie e le imprese sono in continuo aumento”. La svolta insomma deve ancora arrivare. E Confcommercio cita numeri indicativi, anche se relativi al 2013, definito l’annus horribilis dei consumi per la Toscana, in cui, spiega il direttore Franco Marinoni, “si è avuto un calo annuale dei consumi del 3,8% a livello regionale  – in linea con il dato nazionale – quando nel complesso dei cinque anni precedenti (dal 2008 al 2012) il calo era rimasto a -1% ( -1,5 in Italia)”. Il 2013 dei consumi è stato nero dunque in tutta Toscana: dal -3,3% di Siena e Arezzo, al -4,1 di Grosseto e Prato fino al -4,5% di Firenze, che segna il dato peggiore. Sul fronte del lavoro, tra le performance 2013 peggiori della Toscana troviamo Arezzo con un tasso di disoccupazione pari al 9,5%, superata solo da Lucca (9,6%), Pistoia (10,5%) e Massa-Carrara (12%), che sorpassano tutte la media regionale dell’8,7%. In poco più di 5 anni il tasso di disoccupazione regionale è salito di oltre 4 punti percentuali: era infatti al 4,3% nel 2007. E non consola molto il fatto che il dato toscano sia comunque migliore di quello nazionale, al 12,2% nel 2013. Per tradurre lo spirito di fiducia registrato dall’Istat in effettiva crescita, secondo la Confcommercio c’è dunque una sola strada: “ridurre il bilancio pubblico, togliendo sprechi e inefficienze, e alleggerire il carico fiscale”.

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