I fantasmi del tram allarmano le imprese Patto tra associazioni di categoria per chiedere al Comune un piano di incentivi e scongiurare una raffica di chiusure

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I binari non ci salveranno, ma certo una mano importante la possono dare in una Firenze che deve dimostrare di saper finalmente crescere sotto il profilo infrastrutturale. Purtroppo i fantasmi di quello che è accaduto con la linea 1, tra ritardi infiniti e aziende penalizzate gravemente dai lavori, non permettono di vivere l’avvio dei cantieri per le 2 e 3 con sufficiente serenità e ottimismo. Anzi, le paure sono assai più degli entusiasmi. Rassicurare non basta, bisogna dimostrare di saper rispettare il crono programma e tutelare sia le imprese prospicienti alle aree di intervento che i residenti. Fermo restando che si deve andare avanti, se vogliamo una città  dove il servizio pubblico garantisce una soglia di efficienza minima.  Questo non significa non tenere in giusta considerazione le perplessità e le richieste dirette al Comune, che arrivano in questi giorni proprio dal mondo delle associazioni di categoria che rappresentano le imprese, e individuare misure di sostegno da adottare a favore di quelle più penalizzate dalla cantierizzazione. Richieste che hanno avanzato+ Cna, Confcommercio, Confartigianato e Confesercenti, sottoscrivendo un documento congiunto, in cui si propone la creazione di un fondo per il credito alle aziende e un fondo indennizzi, abbattimento delle tasse e delle imposte comunali e agevolazione di progetti eccezionali come l’allestimento di temporary shop o tensostrutture nelle aree limitrofe ai cantieri per consentire il momentaneo trasferimento delle attività. A questo si aggiunge la richiesta della non applicazione degli studi di settore da parte dell’Agenzia delle Entrate per i periodi di imposta coincidenti con l’esecuzione lavori. Richieste legittime, del tutto simili a quelle riconosciute per situazioni simili in tante città europee, Roma per prima. Anche se per il Comune adottare un sistema di indennizzi porterebbe a un impegno di spesa non indifferente, che farebbe lievitare in modo non indifferente il costo complessivo di realizzazione dell’opera. Parliamone, dicono – prevedendo stagioni da lacrime e sangue per le aziende, con toni più o meno sfumati tra loro – le associazioni, che aprono al confronto e puntano alla convocazione immediata di quel tavolo per gli indennizzi che era stato annunciato. Perché non si ripeta in modo ingigantito quanto già accaduto in viale Talenti, visto che il numero delle attività interessate dai tracciati 2 e 3 è superiore a quelle lungo la linea 1. Una posizione ragionevole, perché considerata la situazione economica generale un calo degli affari rischierebbe di mettere in ginocchio tante attività. Resta da vedere quali misure sono attuabili. Certo serve anche la capacità di individuare soluzioni nuove, che rendano possibile l’esecuzione di lavori anche lunghi e complessi senza che il peso ricada tutto sul tessuto economico. A cominciare dalle gestione delle aree di cantiere, dei piani di sosta e di viabilità alternativa, così da garantire comunque la raggiungibilità delle attività. Evitando la paralisi. (Ma.Ab.)

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