Scuole dell’infanzia, ecco come si cambia

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Garantire la qualità del servizio scolastico per l’infanzia comunale, malgrado la carenza di risorse economiche con cui il Comune deve confrontarsi. E’ questo il senso della lettera che l’assessore alla pubblica istruzione e vicesindaca Cristina Giachi ha voluto scrivere alle famiglie dei piccoli alunni. “Il nostro investimento per la scuola è costantemente aumentato, e quest’anno spenderemo per la scuola 69 milioni di euro”, scrive, ma “la normativa che regolamenta l’assunzione di personale per i comuni rende però sempre più difficile continuare a sostenere i livelli di qualità finora offerti da questo importante servizio. Ecco perché l’amministrazione comunale valuta la possibilità di individuare nuovi modelli di gestione e organizzazione per garantire lo svolgimento del servizio delle scuole dell’infanzia comunali per il prossimo anno scolastico e per migliorarne il coordinamento e il controllo da parte dell’amministrazione. E’ importante sappiate che nel prossimo anno scolastico le scuole dell’infanzia avranno 64 insegnanti in meno, per motivi di pensionamento, e non possiamo sapere quanti se ne andranno per trasferimento. Altrettanto sarà il personale perduto dagli uffici comunali che si occupano di istruzione. Un vuoto che l’Amministrazione comunale non è in grado di colmare con assunzioni, per le ragioni che abbiamo detto (principalmente i limiti di legge alla capacità assunzionale)”. “Di fronte all’alternativa di chiudere le sezioni, perché prive di insegnanti o di dare la gestione ai privati – prosegue Giachi – questa amministrazione ha deciso di adottare una nuova soluzione in via sperimentale, un modello che permetta di rafforzare l’offerta formativa, prendendo spunto da quanto è già in atto da tempo nelle nostre scuole dell’infanzia con l’attività integrativa. Non chiuderemo nessuna sezione, nessuno perderà il lavoro, i costi non aumenteranno. Siamo al lavoro con un gruppo di insegnanti, per individuare un servizio educativo, che garantisca il tempo scuola richiesto all’atto delle iscrizioni (16,30/17,00). In questo modo, nelle scuole individuate per la sperimentazione, nel pomeriggio sarà presente un insegnante (con pari qualifica rispetto a quella della mattina) che subentrerà col nuovo modello organizzativo. Si tratterà di insegnanti stabili, sempre gli stessi, che subentreranno come riferimento agli insegnanti che quest’anno termineranno il loro servizio. Ovviamente, faremo in modo che nessun bambino perda i suoi punti di riferimento, perché la continuità educativa rimane, per noi, uno dei valori più importanti. La sperimentazione durerà un anno. Se andrà bene, e questo lo valuteremo insieme, attraverso gruppi di controllo attivati con le famiglie, sarà rinnovata e gli insegnanti del pomeriggio non cambieranno ogni anno”. “L’obiettivo della sperimentazione – conclude la vicesindaca – è quello di offrire ai bambini, e alle loro famiglie, opportunità didattiche aggiuntive come per esempio le attività di lingua straniera, musica e attività psicomotoria che saranno raddoppiate (attualmente sono 20 ore, col nuovo sistema saranno 39) o le nuove, che si vorranno proporre”.

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