A Torregalli l’angiografia si fa con l’anidride carbonnica

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Angiografia con anidride carbonica, l’ospedale San Giovanni di Dio e uno dei pochi a livello nazionale, che da circa sei mesi mette a disposizione dei pazienti questa nuova metodica. Grazie all’utilizzo della CO2 come mezzo di contrasto, Torregalli ha potuto ampliare le indicazioni anche per coloro che sono affetti da patologie vascolari altrimenti non operabili per l’elevato rischio di danno renale postoperatorio. La nuova metodica sta introducendo una rivoluzione nel mondo endovascolare: se la mini-invasità e la conseguente riduzione dei rischi perioperatori sono alla base delle procedure endovascolari che negli ultimi decenni hanno cambiato il trattamento dei pazienti, dall’altro i punti sfavorevoli nel loro utilizzo sono rappresentati dalla necessità di utilizzare radiazioni ionizzanti e mezzi di contrasto iodati. L’anidride carbonica come materiale alternativo offre, invece, una diversa modalità di eseguire angiografie.

“L’utilizzo della CO2 – sottolinea Stefano Michelagnoli, direttore del dipartimento aziendale di chirurgia – ci pone all’avanguardia nella sperimentazione di nuove modalità di eseguire le angiografie. Finora eravamo costretti a ridurre la quantità di mezzo di contrasto iodato al minimo indispensabile fino a costringere il paziente a limitare le possibilità terapeutiche soprattutto in chi è già affetto da malattia renale cronica. L’anidride carbonica come mezzo di contrasto dà ora ai nostri pazienti una grande opportunità e in questo rappresenta una vera e propria rivoluzione”.

La CO2 è un gas che iniettato nell’albero circolatorio produce una bolla che si espande sino ad occupare il lume del vaso e a spingere il sangue in tutte le ramificazioni. Usando raffinate tecniche di analisi digitale dell’immagine è possibile visualizzare l’albero circolatorio attraversato dalla CO2, creando i presupposti per ogni tipologia di trattamento endovascolare. L’anidride carbonica viene poi regolarmente eliminata attraverso i polmoni con il respiro evitando, quindi, ogni tipo di tossicità a livello renale.

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