Festa dell’Uva nel segno dell’ambiente, vince il Sant’Antonio

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Tanto di cappello. La Festa dell’Uva, dopo lo stop forzato dovuto alla pandemia, è tornata più bella e grande di prima. Grazie al coraggio dei 4 rioni che hanno saputo andare oltre il consueto copione di scene legate al mondo dell’uva per farsi testimoni di realtà, affrontando temi di imminente attualità, dalla parità dei diritti all’emergenza ambientale.

Vince con 54 punti il Rione Sant’Antonio con “La natura vince ancora”, uno spettacolo che ruota attorno al tema dell’ambiente e del rischio che stiamo correndo a causa di una mancata attenzione alla natura. Belle le coreografie con gli iceberg che si disciolgono e i filari di uva nella morsa del caldo che li brucia, che hanno saputo solleticare le coscienze dei presenti e forse anche della giuria. Al secondo posto il Pallò con 49 punti e il suo “Sensi di libertà”, incentrato sul risveglio dell’uomo e anche qui un ritorno di attenzione al mondo che lo circonda, mentre i carri si sono trasformati in una fucina. Terze le Fornaci, 33 punti, con “Romeo e Giulietta”, una storia d’amore consumata su drammatico conflitto innescato con la natura, vittima di una folle corsa alla distruzione. Curiosità per quelle moto arrivate sulla scena, che però non si sono integrate più di tanto con il resto della coreografia. Al quarto posto con 29 punti le Sante Marie con “Negli intrecci della nostra storia”, un plot forse semplice che raccontava però di una emancipazione della donna forse poco valutata, anche se gli scarsi riferimenti all’uva in qualche modo possono aver pesato.