I ragazzi della Redi noleggiano l’auditorium

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Alla scuola Redi serve da subito uno spazio per spettacoli, concerti e riunioni. E’ quanto si sono detti i giovani studenti della scuola media. In pratica quello stesso auditorium che il preside e il collegio scolastico chiedono ormai da tempo per poter svolgere tutta una serie di attività oggi difficilmente gestibili nell’istituto. E visto che le risposte alla richiesta non arrivano, gli studenti hanno deciso di provare a far da soli, lanciando una raccolta fondi, se non proprio per costruire un auditorium, almeno per creare uno spazio ad hoc per le loro rappresentazioni musicali e teatrali. “L’idea che ci è venuta – spiega Martina, accanto agli altri ragazzi del consiglio degli studenti: Cosimo, Sofia, Andrea, Iside, Francesca, seduti davanti ai giornalisti con in mezzo a loro Iacopo, studente del secondo anno che per quest’anno è stato scelto come sindaco – è quella di noleggiare un tendone, finanziandoci con un mercatino in programma sabato 5 marzo dalle 10 alle 13, dove ogni classe avrà il proprio banco per vendere pupazzi, giocattoli e altro. Abbiamo mandato una mail alle varie aziende per il noleggio di una struttura da 17×23 metri, che verrebbe allestita sul campo da basket, con un affitto che per 15 giorni, nel mese di maggio, sarebbe di 5.500 euro. All’interno verrebbero svolte le iniziative teatrali e i concerti di fine anno”. E se non bastassero i soldi raccolti? “Siamo pronti a mettere in campo altre idee da realizzare”, replica Iacopo. “Le classi portano avanti tutte un progetto teatrale – dice Cosimo – e alla fine dovrebbero metterlo in scena, ma manca lo spazio adatto. Così come per i concerti, che ora vengono tenuti nel corridoio della scuola, prendendo le sedie dalle varie classi. Mentre per fare lezione nelle aule si mettono i banchi uno sull’altro, così da creare un po’ di posto”. “Purtroppo la scuola non ha più fondi da investire – spiega il dirigente scolastico, professor Panti – e siamo addirittura costretti a chiedere l’aiuto dei genitori”. Genitori chiamati a contribuire anche stavolta, acquistando i prodotti messi in vendita dai loro figli.

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