“Cambiare la manovra”. Sindacati in piazza

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Cgil, Cisl e Uil della Toscana in piazza a Firenze per chiedere di cambiare la legge di bilancio su fisco, pensioni, sociale, giovani, sviluppo. Le bandiere dei tre sindacati hanno riempito piazza Santissima Annunziata, con delegazioni arrivate da tutta la regione. La manifestazione, organizzata dalle segreterie regionali delle sigle confederali rientra nella campagna di mobilitazione lanciata a livello nazionale, con assemblee sui luoghi di lavoro, presidi e manifestazioni sui territori, per sostenere le proposte e le piattaforme presentate al governo in questi mesi.
Ecco  i cinque assi principali sui quali si articola la piattaforma di Cgil, Cisl e Uil alla base della mobilitazione.

Pensioni: No a quota 102. Serve una pensione di garanzia per giovani, più sostegno a donne, ai lavoratori disoccupati, discontinui e precoci e forti incentivi per la previdenza complementare. Possibilità di pensione: da 62 anni di età; con 41 anni di contributi senza limiti di età. Migliorare Opzione. Donna e rafforzare l’Ape sociale estendendo la platea dei lavori gravosi e usuranti.

Fisco: Incrementare le risorse da destinare alla riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati. Contrastare lavoro nero, evasione ed elusione fiscale. Basta incentivi a pioggia alle imprese.

Sociale: Incrementare le risorse e introdurre i livelli essenziali in vista della legge sulla non autosufficienza. Contrastare la povertà, migliorando il reddito di cittadinanza e potenziando le politiche di inclusione.

Sviluppo: Rafforzare le politiche industriali e di sviluppo. Sbloccare gli investimenti in ricerca, innovazione e formazione. Affrontare le sfide della transizione ambientale e digitale. Risolvere le tante crisi aziendali ferme da troppo tempo al Mise.

Lavoro: Servono investimenti per creare buona occupazione, ammortizzatori sociali universali e politiche attive. Contrastare la precarietà e rilanciare il potere di acquisto di salari e pensioni. Occorre stabilizzare il lavoro e rilanciare le assunzioni nei settori pubblici, a partire da sanità e scuola.