Disagio abitativo: 400 immobili all’asta in 5 anni

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Le difficoltà abitative di Firenze e provincia emergono in tutta la loro rilevanza dall’analisi compiuta nell’ambito del progetto “Esecuzioni immobiliari a Firenze: analisi critica e statistica dei dati raccolti”, condotta da Universitas Mercatorum grazie a un gruppo di lavoro composto da Franco Pagani, Cristina Bardelloni e Fulvia Fagotto e presentata presso il Tribunale di Firenze.

L’analisi si è incentrata sugli anni dal 2016 al 2022. Nel primo quinquennio si sono registrate in totale 3745 procedure iscritte al ruolo. Di queste procedure il 75% riguarda casi afferenti a unità immobiliari residenziali. In 900 casi si è andati verso un’estinzione, in altri 400 casi le case sono state poi avviate alla vendita e 1600 sono esecuzioni in via di definizione.

Quanto alla tipologia prevalente del residenziale emerge la prevalenza di immobili tra i 75 e 100 mq per i comuni del distretto e di maggiore dimensione per quelli nella città di Firenze, seguita da una consistente mole di immobili di più ridotte dimensioni comprese tra i 50 e i 75 mq.

Sempre nel quinquennio in esame emerge che nella stragrande maggioranza si tratta di una vendita al primo tentativo o al massimo al secondo (circa nell’89 % dei casi), quindi con poco più di un circa 10% residuale, e con miglioramento della performance al primo tentativo rilevata nell’ultimo anno di rilevazione del campione (2020). In merito alla durata delle procedure dalla data di iscrizione a ruolo al decreto di trasferimento passano mediamente da un minimo di 2 anni a massimo 6 anni e 11 mesi. “Valutando le esecuzioni – ha commentato il prof. Franco Pagani illustrando la ricerca – emerge come per la stragrande maggioranza (circa 80%) siamo di fronte a un soggetto fisico, mentre le società e enti (soggetti giuridici) invece costituiscono la stragrande maggioranza dei soggetti procedenti (in particolare banche e istituti di credito), così possiamo certamente affermare che si tratta di due centri di imputazione di interessi ben chiari: da un lato gli istituti di credito, in larghissima maggioranza per mutui ipotecari proprio per acquisto o ristrutturazione delle abitazioni, e dall’altra famiglie e privati che evidentemente hanno incontrato difficoltà nell’onorare le obbligazioni assunte”.