Contaminazione. E’ di questo che si parla in questi giorni. Cioè se è lecito che le piazze storiche del centro di Firenze ospitino opere d’arte contemporanea. Quale artista non accetterebbe di esporre i propri lavori in uno dei templi del turismo internazionale. Gli esempi sono già diversi: si va dall’elefante alto 8 metri di Salvador Dalì alla Stazione fino alla tartaruga grande 6 metri di Jean Fabre in piazza Signoria. Giusto o sbagliato? Sicuramente Firenze è una città che ancora deve fare i conti con il contemporaneo e questa può essere un’apertura importante, purché si tratti di scelte oculate e si evitino le presenze troppo invasive. A proposito di questo, una riflessione ben più profonda andrebbe fatta sull’utilizzo delle stesse piazze storiche per gli eventi gastronomici, che poi altro non sono se non mercatini destinati ad attrarre e poi sfamare gli avventori, in un quadrilatero in cui già esiste una sovrappresenza di pubblici esercizi, bar, pizzerie, paninerie. E’ proprio il caso di parlare di una Firenze “mordi” e fuggi.