Toscani sempre più poveri a causa dell’inflazione

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Sempre più poveri. Le stime realizzate da Ires Toscana, il centro studio della Cgil regionale, denota un crollo del potere d’acquisto per 1,2 milioni di lavoratori dipendenti (in media di 1.870 euro annui); un incremento dei costi energetici per le famiglie pari al 116% (in termini assoluti pari a +1.560 euro annui); +10% del costo dei beni alimentari (paniere mensile aumentato di 52 euro); l’aumento pari a 218 euro della rata media mensile dei mutui. Sono gli effetti dell’impatto dell’inflazione, che potrebbe salire ulteriormente fino al 9,2% a fine anno.

“Dai beni alimentari al credito: c’è un’inflazione asimmetrica che colpisce il ceto medio e le famiglie e basso reddito- dice Gianfranco Francese, presidente di Ires Toscana –. Ires Toscana e Cgil Toscana, prima ad aprile e poi a luglio 2022, avevano evidenziato l’effetto asimmetrico di questa inedita tipologia di iperinflazione importata. L’inflazione colpisce quasi tutti i beni di consumo; tuttavia, sono i beni di prima necessità per antonomasia, ovvero bollette dell’energia e generi alimentari a crescere in misura nettamente superiore all’inflazione complessiva. Ciò comporta una inflazione percepita da parte delle famiglie a basso reddito nettamente superiore rispetto alla media. Lo stesso ceto medio vive una situazione di difficoltà, con una perdita di potere d’acquisto tale da presagire un ulteriore veloce declino delle capacità di spesa. Per i redditi medi, la sciagurata scelta della Banca Centrale Europea d’innalzare proprio in una congiuntura di questo tipo i tassi d’interesse di riferimento comporta anche un incremento superiore ai 210 euro del costo del credito per acquisto di immobile prima casa e un più generale incremento dei costi di accesso al credito”.