Dopo l’appello di Papa Francesco all’ospitalità, la diocesi di Firenze fa il punto della situazione e sottolinea di essersi già messa da tempo a disposizione per l’accoglienza dei profughi e aver fatto offerte di immobili di proprietà dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, anche le parrocchie si sono già mosse segnalando alcuni locali idonei all’accoglienza. L’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero ha messo a disposizione per ora 4 strutture per un totale di circa 50 posti e si stanno facendo lavori di ristrutturazione su altri 3 edifici per circa altri 50 posti (saranno necessari un paio di mesi).
Per quanto riguarda le parrocchie è stata messa a disposizione la canonica di S.Gavino a Scarperia (25 posti), la canonica di Mucciano a Borgo San Lorenzo (20 posti), un’altra struttura che fa capo alla parrocchia di Tavarnuzze (10 posti) e la canonica di San Giusto a Torregalli (18 posti). A queste si aggiungono le strutture storicamente finalizzate all’accoglienza che sono Villa Pieragnoli a Settignano, di proprietà della diocesi (60 ospiti), e poi Casa S.Chiara e Casa S. Martino a Sesto Fiorentino, la Meridiana a Scandicci, San Paolino a Firenze (struttura del Comune di Firenze gestita dalla caritas diocesana). La Caritas diocesana gestisce inoltre con i suoi operatori e volontari molti altri luoghi di accoglienza messi a disposizione dai Comuni dell’area metropolitana fiorentina, dalla Regione e da privati, occupandosi non solo del sostentamento materiale delle persone, ma anche della loro integrazione che comprende assistenza per le pratiche legali e burocratiche e iniziative di inserimento nella comunità locale. Complessivamente il volontariato cattolico (tramite la Caritas, le Misericordie ed altre associazioni e cooperative) si sta attualmente occupando solo nel territorio della diocesi di Firenze di quasi un migliaio di persone. “Ogni parrocchia – spiega il cardinale Giuseppe Betori – è invitata a farsi formalmente e concretamente carico dell’accoglienza di una famiglia o di un piccolo gruppo di profughi, secondo l’invito del Papa”.