Aeroporto, tram, alta velocità: Firenze resta in panchina Un’attesa senza fine, ma la mobilità urbana del futuro passa da queste sfide

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Aeroporto, tramvia, alta velocità: c’è un certo immobilismo sulla mobilità. Giochi di parole a parte, siamo di fronte a tre sfide che Firenze continua a rinviare, consapevole di giocarsi il suo futuro e incapace infine di affrontarlo con determinazione. Nessuno chiede una rivoluzione delle infrastrutture, la vera rivoluzione sarebbe già decidere, dire dei si e dei no. E passare ai fatti. Nel primo caso l’attesa è ormai pluridecennale. Tanto si è fatto per migliorare il Vespucci, tranne la pista. E quando infine sembra essersi trovato uno spiraglio per far passare il progetto per il nuovo tracciato, ecco che si è costretti a ripassare dal via per quella che alla Regione e al presidente Rossi, che si è speso di persona per l’allungamento, è apparsa subito come una forzatura fuori luogo. Perché se già per qualcuno era irricevibile o quasi la proposta della pista di 2mila metri, quella di 2,4 diventa una provocazione, o anche la corda giusta cui aggrapparsi per far saltare tutta l’operazione. Possibile che le parti non si siano parlate tra loro? Possibile che in una città di 500mila abitanti, compresi i comuni dell’hinterland, non si riesca a sottoscrivere un patto di sviluppo? Decidiamo di farne a meno e lasciare tutto così com’è? Perché no. Basta un’assunzione di responsabilità.

Ancora più difficile credere a quanto sta accadendo con la tramvia. Perché in questo caso la decisione spetterebbe di fatto solo al Comune, anche se adesso il ruolo della Regione diventa fondamentale, come garante di quei fondi europei senza i quali i binari resterebbero sulla carta. I tempi di realizzazione della linea 1 ci erano sembrati biblici e l’allora assessore Matulli era stato subissato di proteste, mentre si diceva che le rotaie si sarebbero rivelate un fallimento e avrebbero portato alla desertificazione economica dell’area Talenti-Sansovino, anche se così non è stato. Cosa dire adesso delle linee 2 e 3? Se i cantieri della 1 erano stati bollati come luoghi di abbandono, adesso vedere la nascita di un cantiere sarebbe già qualcosa. E allora avanti. Un progetto alla volta, ma portiamolo a termine. Si pensa al nuovo stadio, che guarda caso dovrebbe sorgere proprio a fianco dei binari del tram. Si pensa all’allungamento del tracciato dei binari fino a Sesto. Ma allungamento di cosa? Quanto fa moltiplicare qualsiasi numero per zero?

E poi c’è l’alta velocità. Alta, perché quella sotterranea è ancora tutta in provvisorio, in attesa di una nuova stazione dove a fermarsi sono solo i sogni per ora. Anche in questo caso: decidiamo di farne a meno? In fondo i treni possono cavarsela lo stesso. Altrimenti stringiamo i tempi, liberiamo i binari di superficie per la mobilità alternativa, per usarli come metro tramvia o per farci delle piste ciclabili, parcheggi, aree pubbliche o chissà cosa.

A Firenze non serve una inaugurazione al giorno. Serve un progetto unitario di sviluppo che ancora non riusciamo a veder prendere forma. (Maurizio Abbati)

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