Nuovi fondi per rendere l’Arno più sicuro. Il Consiglio metropolitano di Firenze ha ratificato, dopo l’illustrazione del consigliere delegato alla Difesa del Suolo Angelo Bassi, l’accordo di programma quadro tra Regione Toscana, Ministero dell’ambiente, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Città Metropolitana di Firenze per l’assegnazione dei fondi stanziati contro il dissesto idrogeologico nelle aree metropolitane. Sono 106 milioni di euro e saranno tutti destinati a opere strategiche e più urgenti attese da tempo per proteggere Firenze, la sua area metropolitana e la Toscana dal rischio idraulico e idrogeologico. L’importo complessivo del piano per la Toscana è pari a 106.682.238 euro, di cui 64 milioni assegnati dal Ministero e 42 milioni dalla Regione che andranno a finanziare opere tempestivamente cantierabili. Dieci gli interventi individuati: 5 riguardano l’Arno nella città di Firenze e nella Città metropolitana e sono il completamento delle casse di espansione di Figline (74 milioni), gli interventi sui torrenti Mensola e Ema (15 milioni) e l’adeguamento dell’alveo del torrente Mugnone alle Cure di Firenze (5 milioni). Gli altri cinque sono relativi a lavori urgenti su corsi d’acqua o zone di elevata pericolosità idraulica del territorio toscano: la risagomatura del torrente Carrione a Carrara (2 milioni e 800mila euro), le casse di espansione sul fiume Era a Pontedera (7 milioni) e sul torrente Bicchieraia ad Arezzo (2 milioni e 300mila euro), il potenziamento dell’impianto idrovoro a Pisa (800mila euro).Il completamento delle casse di espansione di Figline rappresenta l’impegno più importante dell’accordo per quanto riguarda la mitigazione del rischio idraulico sull’asta dell’Arno per un importo complessivo di 74 milioni. Nel 2016 partiranno le gare per l’affidamento dei lavori dei tre lotti di “Restone”, “Prulli “ e “Leccio” mentre è già in fase avanzata il cantiere per la cassa del lotto Pizziconi e si prevede la chiusura nello stesso 2016. Con il completamento delle casse di Figline (lavori con inizio in questi giorni e fine a febbraio 2019) la capacità di deflusso dell’Arno, crescerà di 250 mc/s rispetto alla situazione attuale, cioè un 8% in più. La portata in arrivo a Firenze sarà ridotta da 3770 a 3500 mc/s, consentendo un abbassamento medio dei livelli idraulici nel tratto cittadino dagli attuali 80 – 90 cm attuali tra il ponte S. Niccolò e ponte alla Grazie in destra (il punto più critico) di circa 40-50 cm. Questo comporterà anche un rilevante miglioramento della sicurezza degli abitati dell’Alto Valdarno. Le quattro casse di espansione possono definirsi come la prima grande fase per la tutela del centro urbano di Firenze, mitigando notevolmente il rischio; l’innalzamento della diga di Levane è il secondo importantissimo passaggio, che potrà eliminare le aree potenzialmente allagabili dal centro di Firenze; infine l’obiettivo finale sarà raggiunto dalla realizzazione di ulteriori casse sull’asta della Sieve nonché con l’innalzamento della diga de “La Penna” in Valdarno.