Campeggi: la crisi accentua
la concorrenza sleale

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Si sta all’aria aperta, senza vincoli di orario, e si spende di meno, cosa che non guasta. Il turismo all’aria aperta, che con campeggi e villaggi turistici rappresenta il secondo comparto ricettivo della Toscana dopo quello alberghiero, registra per tutta la stagione 2013 una sostanziale tenuta, con quasi 10 milioni di presenze, un quarto di quelle di tutta la regione. Il calo della presenza italiana è stato infatti compensato dall’incremento di quella straniera. Offerta toscana che per altro ha fatto grandi passi in avanti. Negli ultimi vent’anni, secondo Faita Federcamping Toscana, “il comparto ha sperimentato uno sviluppo costante di presenze legato all’innalzamento degli standard qualitativi, frenato solo parzialmente dalla crisi congiunturale, grazie soprattutto alla grande varietà di offerta. Nei campeggi si va infatti dalle classiche piazzole per le tende, frequentate soprattutto da giovani, all’ospitalità per camper e caravan, ai bungalow e mobile home. L’interesse di italiani e stranieri rispetto a soluzioni ricettive che avvicinino alla natura e che siano sostenibili dal punto di vista ambientale è in crescita”. Ma oltre ai pochi soldi in circolazione ci sono altri segnali d’allarme, non legati alla congiuntura. “Con il perdurare della crisi diventa però preoccupante – spiega Faita Federcamping – per le prospettive degli operatori il peso di nuove forme di accoglienza open air ‘parallele’: agricamping e aree di sosta che, non essendo sottoposti a stesse regole, avendo una legislazione di vantaggio, sono diventati competitivi anche per la tenda e i camper rappresentando una forma di vera e propria concorrenza sleale”.

Secondo Giampiero Poggiali, presidente Faita Federcamping Toscana: “Gli imprenditori hanno cercato di mantenere i prezzi competitivi pur con il lievitare dei costi, e molti di noi hanno investito nel miglioramento e nella manutenzione delle strutture. La crisi però può spingere una clientela economicamente più debole a rivolgersi a agricampeggi e aree di sosta, attrezzate e non. Sono soluzioni che non possono competere con le strutture del turismo regolamentato dalla legge regionale toscana dal punto di vista della qualità e dei servizi, ma non essendo sottoposti alle regole e alle imposizioni con i quali devono fare i conti tutti i giorni i nostri imprenditori in tempi di recessione stanno diventando concorrenziali e rappresentano una preoccupazione per gli operatori del settore. Chiediamo alla Regione che garantisca stesse regole per lo stesso mercato”.

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