Centri impiego, quale futuro
Servizi da ripensare Con la cancellazione delle Province passeranno alla Regione, ma c’è chi ne contesta l’utilità

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Un pellegrinaggio. Volti bassi e espressioni cupe. Perché: come deve sentirsi i è rimasto senza lavoro e va disperatamente alla ricerca di un posto per mantenere la famiglia o costruirsi un futuro. I centri impiego della Toscana sono stretti d’assedio. Eppure il loro futuro è a rischio a causa della prevista cancellazione delle Province, che ne hanno la titolarità.

La palla potrebbe però passare alla Regione, che sta lavorando per costituire un’agenzia regionale dei servizi per il lavoro, dalla quale dipenderebbero i centri per l’impiego.

“I servizi per l’impiego – ha detto l’assessore al lavoro Gianfranco Simoncini – si sono rivelati in questi anni uno strumento importante per fronteggiare la crisi economica in atto. Basti pensare che da luglio 2009 si sono presentati agli sportelli circa 80mila lavoratori ai quali sono state erogate 550mila azioni di politica attiva. E’ un servizio che non possiamo permetterci di interrompere, anche perchéè fra breve dovranno fare i conti con l’attuazione dell’Aspi, introdotto dalla legge 92 del 2012 e dalla prossima attivazione della Garanzia giovani. Per questo la Regione, per garantire, anche in questa fase di incertezza, la prosecuzione dell’attività dei centri, ha anticipato 7 milioni di euro di risorse e previsto nella proposta di bilancio 2014 ulteriori risorse. Grazie a queste sarà possibile, da gennaio 2014, sopperire ai ritardi con i quali giungeranno i fondi del Fse che in parte contribuiscono a finanziarli”.

Questa proposta è stata inserita nella bozza di Dpef 2014 inviato insieme al Bilancio al Consiglio regionale. “All’agenzia regionale potrebbero essere affidati i compiti per quanto riguarda il collocamento e le politiche attive del lavoro, a suo tempo conferiti alle Province. I centri per l’impiego dovrebbero trasformarsi in strutture periferiche dell’agenzia, con compiti di accoglienza ed erogazione dei servizi, in rapporto con il territorio e con i privati. L’agenzia nazionale dovrebbe avere funzioni di coordinamento e monitoraggio”.

Futuro garantito insomma sia per i dipendenti che per gli utenti, ma sembra anche necessario rivedere il funzionamento degli uffici, dopo le critiche sulla loro reale utilità arrivate da più parti anche in Regione. “Credo che questo previsto trasferimento di competenze possa diventare anche un’occasione – ha dichiarato la capogruppo dell’IdV in Consiglio Marta Gazzarri – per ripensare la funzione dei centri impiego, che devono diventare sempre più non solo servizi di orientamento ma di inserimento e di incontro tra offerta di lavoro e domanda, attraverso un maggiore collegamento con le imprese dei territori e una formazione mirata, che risponda alle necessità del mercato. Perché può non avere più senso promuovere e finanziare corsi di formazione per settori in cui non esiste concreta possibilità di inserimento. E’ ora di pensare seriamente più alle persone da formare che ai formatori. Oggi più che mai dobbiamo riuscire a dare risposte all’emergenza occupazionale e possiamo farlo solo se riusciamo ad adoperare bene le risorse e dotarci di servizi efficienti, che vivano in stretto rapporto con i soggetti privati”. (Maurizio Abbati)

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