Sarà solo la sindrome di Nimby che si diffonde a macchia d’olio, con la paura delle possibili conseguenze per la salute derivate dalla presenza, “nel giardino di casa propria”, di stabilimenti industriali di particolare rilevanza ambientale, come possono essere quelli per i rifiuti, termovalorizzatori e discariche, o per l’energia elettrica, centrali ed elettrodotti, o infrastrutture legate alla viabilità, come autostrade e ferrovie. Fatto sta che cresce il numero dei progetti di interesse nazionale contestati da cittadini e comitati. E’ quanto rileva l’ottavo rapporto del Nimby Forum, relativo all’anno 2012, che registra un sensibile aumento degli impianti oggetto di contestazioni per motivi ambientali sia popolari che provenienti dalle stesse amministrazioni pubbliche locali, che raggiungono quota 354; di questi, 151 sono emersi quest’anno per la prima volta e 36 riguardano la Toscana, che si piazza al terzo posto su scala nazionale nella graduatoria delle regioni più bersagliate dalle contestazioni, dopo Lombardia e Veneto. Tra i progetti che hanno fatto la sua comparsa nell’ultimo anno nella lista di quelli contestati compaiono anche quelli relativi ad alcuni impianti eolici, quindi in teoria destinati a produrre energia pulita.
Tra gli impianti nel mirino, in provincia di Firenze figurano la centrale a biomasse di Castiglion Fiorentino, la discarica di Gambassi Terme, la discarica di Le Borra a Figline Valdarno, il termovalorizzatore di Firenze e l’impianto di Testi. (Maurizio Abbati)