Ex Meccanotessile, il giardino diventi il seme della rinascita Un centinaio le domande arrivate per partecipare alla gara per i lavori. Per far rivivere il resto serve un cambio di passo

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La rinascita può cominciare anche da un francobollo di verde pubblico. Se poi l’area a verde è più ampia meglio ancora, perché potrebbe diventare l’ombelico attorno a cui far gravitare tutto quello che verrà. A partire da ciò di cui c’è assoluto bisogno, cioè spazi a servizio della città, di una socialità che manca di luoghi di incontro in una zona densamente abitata e ancora più densamente trafficata quale quella di Careggi. Partiamo dunque. E che non si resti fermi ai nastri. Perché nelle attuali condizioni, uno spazio di verde pubblico là dove da decenni si profilano le rovine dell’ex Meccanotessile ha senso solo se si è in grado di consentire di farlo vivere e non se diventa un rettangolo erboso su cui si affacciano i nefasti del passato.

Il Comune ci informa che sono giunte un centinaio di domande da tutta Italia in un solo mese da parte di imprese interessate a partecipare al bando di gara per l’affidamento dei lavori per il giardino dell’ex Meccanotessile, i cui cantieri dovrebbero aprirsi a primavera. “Si tratta – ha dichiarato l’assessore all’Ambiente Caterina Biti – di un risultato straordinario. Solitamente le gare per i giardini smuovono al massimo una trentina di imprese. In questo caso, invece, hanno evidentemente pesato l’importo molto alto dell’investimento, un milione e 600 mila euro, ma anche la vastità dell’opera e l’appetibilità’ del ritorno di immagine per l’azienda che realizzerà questo importante progetto a Firenze”.
Il nuovo giardino sarà più grande di un francobollo o anche di un fazzoletto; insisterà infatti su 5.700 mq distribuiti tra via Santelli e via Cocchi, che ospiteranno un piccolo parco con prati, alberi, una vasca, panchine, fontanelli, giochi per bambini e aree attrezzate per i giovani con street basket e sedute per la sosta.

Un primo passo, dei tanti che però dovranno ancora compiersi e che la città attende da tempo, anni in cui si è tanto pensato e immaginato senza che nessun progetto concreto potesse vedere la luce. Anni di incontri con i residenti e di sopralluoghi, serviti per ora solo a constatare le condizioni sempre più drammatiche di un’area abbandonata a se stessa. L’importante è che adesso si definisca un piano delle funzioni e si punti a riorganizzare l’intera area dando risposte alle vere esigenze del quartiere. Cambiando verso, e forma mentale. Senza cioè cominciare come sempre a riempire i vuoti con la mentalità del Monopoli: case e alberghi, come se la qualità di vita dipendesse solo da questo. E’ un’occasione unica, non perdiamola. Ci sono soggetti che potrebbero essere pronti e disponibili a sostenere proposte alternative? Coinvolgiamoli. Giochiamoci la partita fino in fondo. (Maurizio Abbati)

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