Il Birrificio fiorentino lancia la sfida ai colossi del malto Tre i tipi di birra commercializzati dalla giovane azienda con sede a Bagno a Ripoli

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Malto, luppolo, lievito e naturalmente acqua. In un mondo in cui l’Italia insegue, come quello della birra, c’è anche un prodotto artigianale made in Bagno a Ripoli. Si chiama “Birrificio fiorentino”, l’azienda avviata da due giovani che hanno voluto fare questa scommessa e dedicarsi alla lavorazione, l’imbottigliamento e la commercializzazione di una birra che vorrebbe in qualche modo ritagliarsi uno spazio tutto proprio sul mercato. Già, perché a due anni dall’avvio dell’attività, Duccio Meazzini e Federica Del Lungo fanno ancora tutto da soli, nel loro laboratorio di via Pian di Grassina, che allo stesso momento è anche negozio, quando è aperto, perché di tempo loro ne hanno purtroppo poco, così se volete assaggiare vi raccomandiamo di passare il sabato. “In realtà sono più di dieci anni che facciamo birra per passione, producendo solo per consumo personale – racconta Duccio -; poi abbiamo deciso di provare questa avventura e abbiamo investito per aprire questo posto e comprare il materiale necessario per la produzione. Ma il tempo a disposizione purtroppo è poco, perché ognuno di noi fa un altro lavoro per sopravvivere e dobbiamo dividerci tra questo, la birra e la famiglia”. Un avvio in sordina insomma, ma per ora l’avventura promette bene, anche se resta da superare lo scoglio della distribuzione. “In effetti la risposta è stata migliore del previsto, considerando che di birre artigianali sul mercato ormai ce ne sono diverse, anche se non sempre la qualità è alta. Per quanto riguarda la vendita, all’inizio ci siamo affidati al passaparola, che ha portato buoni risultati e ancora continua a darne; poi abbiamo cominciato a rivolgerci anche a dei distributori, ma non abbiamo ancora un commerciale nostro vero e proprio. Però non vogliamo neanche allargarci troppo, proprio perché da soli tanto di più non possiamo fare. In tutto produciamo circa 300 quintali l’anno, il 90% dei quali viene venduto su Firenze. Noi vogliamo far capire che si può fare anche una birra abbastanza semplice, dove si sente comunque la differenza, ma non intendiamo produrre solo andando incontro alle richieste del mercato, perdendo di identità”. Intanto dal piccolo stabilimento di Grassina escono tre tipi di birre: una chiara da 5 gradi e mezzo, una rossa da 7 gradi e infine una indian pale ale molto luppolata e quindi con elevata fragranza, che si presta più alla conversazione che al pasto. Una birra made in Bagno a Ripoli, ma non per questo tutta italiana, perché l’ingrediente base, cioè il luppolo viene dalla Baviera. “A dire il vero ne abbiamo cercati anche di italiani – spiega Duccio – ma ancora riteniamo che il processo di maltazione non sia adeguato, anche se l’orzo è buono. Per cui ci siamo rivolti all’estero, perché puntiamo sulla qualità, anche se magari costa qualche centesimo in più”. (Ma.Ab.)

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