Il ritorno dell’Imu spenge
la voglia d’estateIl governo studia i criteri per reintrodurre la tassa. Decisione attesa entro agosto

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L’incubo dell’Imu sulla prima casa rischia di abbattersi sulla stagione estiva e far chiudere sdraio e ombrelloni. Già, perché chi conta sui soldi risparmiati dopo la sospensione della prima rata dell’Imu per finanziarsi le agognate vacanze al mare potrebbe trovarsi tutto d’un tratto di fronte lo spettro di una tassa vai e vieni, di cui a Roma in questi giorni si sta già studiando la reintroduzione. Perché la coperta è corta e se si scopre il capitolo delle entrate per venire incontro ai proprietari di casa non si può intervenire su quello delle tasse sul lavoro e a carico delle imprese, come molti chiedono invece di fare per rilanciare l’economia. Insomma, o l’uno o l’altro. E alla fine sarà il mattone a pagare.

Chi dunque intende godersi l’estate, senza fare come la formica previdente, è bene che si affretti dunque, perché se la scadenza del 17 giugno per il versamento della prima rata è saltata, ma entro il 31 agosto il governo sarà chiamato a prendere una decisione definitiva sulla questione, perché altrimenti si rischia di creare una voragine nelle casse dei Comuni. I primi ad aver bisogno di scelte senza ripensamenti sono infatti proprio i primi cittadini, che in questo momento non sanno come chiudere i bilanci, tanto che in molti si auspicano venga fatta slittare al 30settembre l’approvazione dei preventivi. Sindaci che per questo non hanno condiviso lo stop all’Imu sulla prima casa, soprattutto a causa di un colpo di spugna che ha fatto sparire risorse preziose senza che da Roma arrivassero indicazioni su come saranno reintegrate. “Certo è che se avessero chiesto il mio parere sulla decisione di sospendere la rata dell’Imu sulla prima casa sarei stato contrario, per le modalità e non per il principio”, conferma l’assessore al Bilancio di Palazzo Vecchio Alessandro Petretto. E a questo punto pur reintroducendo la tassa sarà impossibile dire di aver solo scherzato con il rischio di provocare una vera sommossa. “Ci sarà comunque una grande selezione sulle prime case su cui si pagherà, resterà fuori – spiega Petretto – tutta una serie di immobili accatastati in un certo modo. E comunque il governo sta lavorando a questa ipotesi di service tax che prevede l’accorpamento tra loro di una serie di tributi, come la vecchia Tia, che era sulla proprietà, la nuova Tares sui rifiuti che è invece una tassa sull’uso degli immobili e addirittura l’imposta di registro. Per cui ci sarà anche da pagare chi pagherà cosa, perché è chiaro che quando si parla di utilizzo di una casa non può essere il proprietario a far fronte alle spese, ma chi ci abita. Non sarà più insomma un tributo solo patrimoniale. (Maurizio Abbati)

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