Il turismo gonfia le casse dei musei fiorentini. E non solo Oltre 45mila visitatori in più in luglio. La scommessa? Potenziare i servizi di accoglienza

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Guai a trasformare Firenze in un museo open air. Perché non si vive di solo turismo. Parole sante, ma in questo momento sembra essere il solo turismo a tirare la carretta dell’economia. Turismo che vede incrementare la propria incidenza sul Pil costantemente, a differenza del manifatturiero, e che non riempie le casse solo di alberghi e strutture ricettive, ma anche di ristorazione, commercio e musei. Ed è proprio da questi ultimi che giunge un segnale positivo, che conferma come a parità di arrivi aumentino quelli affamati di cultura. Nel mese di luglio sono stati 561.176 i visitatori che hanno varcato la soglia dei 24 musei del Polo Fiorentino, con un incremento di 45.859 unità, pari all’8,90% in più rispetto al luglio 2012. Grande successo del Giardino di Boboli e del Museo degli Argenti (dove si è inaugurata da poco la mostra “Diafane passioni” dedicata ai capolavori in avorio), che con 13.322 visitatori in più fanno registrare un aumento del 17,04% rispetto a un anno fa. Non resta indietro la Galleria degli Uffizi, che con 14.244 visitatori in più rispetto a un anno fa cresce del 7,96%; molto bene anche gli altri musei a pagamento, con Palatina e Galleria d’arte moderna che incrementano del 7,55%, il Museo nazionale del Bargello che cresce del 6,91%, la Galleria dell’Accademia che richiama il 6,38% di visitatori in più, Palazzo Davanzati il 5,47% e il Museo di San Marco il 4,68%. Dati estremamente positivi anche per le ville (Corsini e Cerreto Guidi su tutti), mentre tra i cenacoli sono quelli del Fuligno e di Sant’Apollonia che ottengono i migliori risultati.

La presenza delle mostre, sia del cartellone di “Un anno ad arte”, sia d’altro genere, nei musei a pagamento del Polo Fiorentino – fa notare la Soprintendenza – chiaramente ha un effetto di richiamo dei visitatori, la cui natura pare stia pian piano mutando: in particolare il turista cosiddetto “mordi e fuggi” nonostante il poco tempo a disposizione non rinuncia a un pit stop al museo, grazie anche alle offerte di mostre temporanee, capaci di attirare l’interesse di un pubblico sempre più esigente.

Forse una risposta al problema dell’eccessivo consumo della città è creare percorsi differenziati e strutture di accoglienza capaci di evitare le eccessive concentrazioni in punti chiave, magari anche utilizzando alcuni degli spazi vuoti esistenti come welcome center, in cui oltre alle informazioni si possano trovare servizi di ristorazione veloce, pubblicazioni sulla città e magari spazi dove le stesse guide turistiche possano far sostare i loro gruppi. Perché la gara nel settore turistico si fa non solo sulla conservazione delle proprie bellezze ma anche sulla qualità dei servizi. (Maurizio Abbati)

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