La crisi del mattone
e l’edilizia fai da te In Toscana perduti 22mila posti in 5 anni. E per le ristrutturazioni ci si improvvisa

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Mi sono improvvisato muratore, per necessità. Un sabato passato ad abbattere file di mattonelle e scalpellare e raschiare le pareti. Il lavoro non è venuto una meraviglia, ma l’esigenza era quella di risparmiare e infine in qualche modo l’obiettivo può dirsi raggiunto. Si riscopre il fai da te, in tempi di crisi come questi, anche se a dire il vero siamo in molti ad essere più bravi ad usare un mouse che un mazzuolo. Una crisi che ha travolto e sconvolto l’edilizia, aprendo varchi spaventosi fra le fila dei suoi addetti. Secondo la Cgil toscana tra il giugno 2012 e il giugno scorso il comparto ha perduto 5mila posti di lavoro, che diventano addirittura 22mila se il confronto si allarga agli ultimi 5 anni. E non è finita, perché nei primi 6 mesi dell’anno il monte ore della cassa integrazione ha fatto registrare un aumento del 31,9%, mentre le ore lavorate nello stesso periodo sono diminuite del 13,9% rispetto allo stesso periodo del 2012.

Un duro colpo l’ha dato senza dubbio il crollo degli appalti e delle opere pubbliche, evidenziato da quasi il 60% delle aziende che lavorano per la rete delle amministrazioni. Realtà sia piccole che grandi, come testimonia il fatto che diverse tra le maggiori imprese edili in Toscana si sono trovate di fronte a una crisi di liquidità che ne ha bloccato l’attività.

Ma un calo della committenza si registra anche nel settore privato e in quel mercato delle ristrutturazioni che a lungo ha rappresentato un salvagente, dopo il blocco delle nuove edificazioni dovuto proprio al calo della domanda. Ristrutturazioni che si sono fermate di colpo per la mancanza di disponibilità da parte delle famiglie nonostante uno dei maggiori problemi del nostro patrimonio immobiliare, proprio a Firenze, sia rappresentato dall’esigenza del restauro, della riqualificazione e del recupero edilizio. La quota di edifici con oltre 40 anni è aumentata in modo progressivo, tanto che il 55% delle famiglie ormai occupa immobili realizzati prima degli anni settanta. Secondo alcuni dati recenti in Toscana ci sarebbero oltre 240mila abitazioni che necessitano di ristrutturazione, cioè il 15% del patrimonio abitativo. Solo nell’ultimo periodo si sta assistendo a un accenno di ripresa legato alle nuove normative sulla sicurezza e sulla capacità energetica, che consente agevolazioni fiscali e sgravi fino al 65%. Misure che a fine anno nessuno sa ancora se saranno prorogate, ma che rappresentano una boccata d’ossigeno essenziale. L’alternativa è un esercito di muratori improvvisati del sabato e un’altra emorragia di posti di lavoro. (Maurizio Abbati)

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