La ripresa che non c’è. Traditi da consumi e occupazione Implacabili i dati Ires-Cgil. Cassa integrazione da record: un monte di 63 milioni di ore

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La Toscana arranca su per la salita, come un ciclista del passato in cerca quanto meno di una borraccia per dissetarsi e scollinare da una crisi che sembra non finire mai. I dati elaborati da Ires sul terzo trimestre 2013 per conto di Cgil Toscana evidenziano una situazione di grande incertezza, segnata da ripartenze false, che generano inutili speranze, e da ulteriori emorragie sotto il profilo occupazionale. E infine da un continuo calo dei consumi (-5,1%), che è il vero indice di una situazione di paralisi economica. Curiosa la dinamica nel comparto industriale, dove si arresta il calo della produzione (-0,1% su dodici mesi prima) e addirittura l’occupazione fa segnare una crescita inattesa, che arriva al 6%. Ma allo stesso tempo l’export della metalmeccanica subisce un duro colpo (meno 13,9%) dicendola lunga sulla reale capacità del comparto di creare nuova ricchezza. Calano invece ancora gli addetti nel commercio e turismo (-1%) e soprattutto nei servizi, dove si arriva fino al -4%.

Ma il vero segnale d’allarme, su cui non ci sono discussioni, arriva dai dati sulla cassa integrazione. I 55 milioni e 599mila ore del 2013 sono un brutto record da detenere. E il monte è ancora più alto se alle ore approvate dall’Inps si sommano quelle ancora in attesa di finanziamento, che porteano oltre quota 63 milioni. Altro elemento che evidenzia le difficoltà delle imprese è il calo del 9% degli avviamenti al lavoro, con la flessione degli apprendistati del 7,1% bilanciata dalla crescita dei tirocini (+24,6%), forse troppo spesso utilizzati in modo improprio per risparmiare sui costi del lavoro.

Siamo dunque ancora lontani dall’uscita del tunnel. E sarà difficile parlare di nuova crescita occupazionale fintanto che non si saranno definite le condizioni minime per generarla. Inutile dunque creare posti di lavoro dove non c’è sostenibilità. Anche perché il sistema pubblico in questa fase non ha le risorse necessarie per fare “assistenza”. Però può agire da facilitatore, anche lavorando sulla riduzione dei costi del lavoro e della burocrazia, che si porta via i guadagni di una settimana al mese secondo Rete Imprese Italia, che ha spinto in piazza a Roma oltre 60mila partite iva. (Maurizio Abbati)

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