La scuola non è un parking, ma una corsia di sorpasso Il 52% degli iscritti alle superiori sceglie il liceo. Il 21% i professionali

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Si va a scuola per studiare, costruirsi un futuro professionale, attendere di capire cosa veramente si vuol fare, considerato che a 14 anni è davvero difficile avere le idee chiare. Oggi più che mai. Secondo i dati rilevati dall’Assessorato all’Istruzione della Provincia, elaborati dall’Osservatorio scolastico provinciale, il totale delle preiscrizioni all’anno scolastico 2014/2015 si è attestato su 8.619 unità. Di queste, 4.564 – quindi circa il 52,2% – sono riferite ai licei (scientifico, classico, artistico, musicale, scienze umane e linguistico) e i restanti 4.055 negli indirizzi tecnici (2.243 richieste, pari al 26%) e professionali (1.872, pari al 21,7%). Ma serve davvero la scuola oggi, nella sua formulazione attuale? Diciamo intanto che i licei sono costretti a giocare il loro ruolo di apripista, di fase propedeutica a ciò che verrà dopo, cioè l’università. Danno le basi del sapere, si dice. Ma su queste basi non si potrebbe già cominciare a costruire? Non è il caso di affiancare alla cultura generale nozioni più avanzate? Perché ad esempio non dare spazio all’informatica ed evitare che le sole conoscenze tecnologiche dei nostri giovani siano affidate al “faidate” e al “passaparola”. Non vogliamo un popolo di programmatori, ma al novero delle basi indispensabili l’informatica ha diritto di appartenenza. Per non parlare del capitolo lingue , dove oltre alla tradizionale indifferenza da parte nostra si sono uniti i tagli alla spesa, che hanno spesso penalizzato proprio l’insegnamento delle seconde lingue, quasi scomparse dalle nostre scuole. Agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro significa anche fornire gli strumenti necessari. E anche chi lavora in un pub part time oggi deve saper parlare più lingue e usare un computer in maniera soddisfacente. E basta con il soggiorno studio all’estero per imparare la lingua in “full immersion”, se prima non si è fatto il massimo a scuola per evitare alle famiglie spese oggi diventate per molti insostenibili. (Ma.Ab.)

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