La Toscana e il binario morto del ”piccolo è bello” La crescita dimensionale unica via di sviluppo, sia per gli enti che le organizzazioni sindacali e le imprese

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E’ ora di crescere, non di età ma di dimensione. D’improvviso la Toscana, ma in fondo l’Italia intera, si è accorta che la concezione del “piccolo è bello” che ci eravamo ritagliati come un vestito su misura è un modello sociale ed economico che ci sta stretto. In altri termini non ci consente di fare quelle che si chiamano economie di scala. Ha costi troppo elevati e non consente di guardare all’economia globale di oggi e alla necessità di allargare gli orizzonti. Piccolo che deve crescere per quanto riguarda gli enti locali, e il processo di unione dei comuni minori va in questa direzione, così come il superamento delle province, che negli anni si sono moltiplicate, talvolta senza necessità. E piccolo che deve crescere anche per quanto riguarda gli enti di rappresentanza nel mondo del lavoro, sia pubblico che privato. Troppe le Camere di commercio, che presto a quanto pare potrebbero andare incontro a un accorpamento. E ormai fuori luogo il carattere provinciale mantenuto finora dai sindacati dei lavoratori e dalle associazioni di impresa, dove si sta lavorando proprio per unificare, tagliando poltrone e puntando invece su servizi più efficienti. Ma è ora di crescere anche per il mondo dell’impresa, perché se è vero che l’export è l’unica via praticabile per fare business, è vero anche che non si conquistano le Americhe con tre caravelle. Al massimo si scoprono, ma poi vanno colonizzate. Il modello toscano per ora resta il distretto e non è vero che non funziona, come spesso si è detto. E’ vero invece che il distretto non vive se opera come un circuito chiuso, senza aprirsi al mondo e senza crescere dimensionalmente e strutturalmente. Servono investimenti, e servono dei capofila in grado di fare da polo attrattore, come accade ad esempio per la pelle o la moda, ma anche per la meccanica e può avvenire in ogni settore. Non tutte le aziende possono crescere e moltiplicarsi; molte si fanno forti delle loro competenze tecniche e professionali ma non potrebbero affrontare l’oceano e le mareggiate direttamente. E’ questo il caso forse unico del “piccolo e bello”, dove al fianco dei piccoli c’è chi è in grado di coordinare e creare rete per innalzare produttività e competitività. (Maurizio Abbati)

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