”Le associazioni lavorino insieme o non conteranno più” Rappresentanza e rapporti con la politica:
la replica del presidente di Confesercenti

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Il mondo delle imprese, soprattutto le piccole, attraversa una fase di profonda difficoltà, a causa di una crisi che sta erodendo le fondamenta dello stesso sistema su cui si poggia. I consumi calano, i modelli distributivi mutano: come guardare avanti e non scoraggiarsi tanto da restituire subito la licenza? Poi c’è il discorso della rappresentanza. Le associazioni di categoria sono ancora in grado di tutelare le imprese e farsi ascoltare, influendo sulle scelte politiche e programmatiche nazionali? Interrogativi che abbiamo voluto girare al presidente di Confesercenti, Nico Gronchi, proprio nel giorno della sua rielezione al vertice provinciale dell’associazione. E la risposta a Firenzefree non si è fatta attendere. Ne viene fuori una riflessione interessante sui rapporti con la politica, ma anche tra le varie associazioni, che necessariamente devono imparare ad operare in sinergia, aldilà delle vecchie rivalità.

“Ho letto con attenzione il pezzo sull’Assemblea Elettiva 2013 di Confesercenti Firenze. Vorrei soprattutto fare una riflessione sui temi della rappresentanza e sul ruolo dell’associazionismo – risponde Gronchi – anche partendo dalle legittime perplessità, che, in questo momento così difficile per il mondo delle imprese, possono senz’altro ottenere consenso e riconoscimento. Siamo consapevoli che, nel momento stesso in cui prevale l’antipolitica e la sfiducia nei confronti degli istituti di rappresentanza, anche le categorie economiche rischiano di perdere credibilità e forza nei confronti dei propri associati. Se poi attraversiamo un periodo come questo, in cui la politica risponde poco e male alle sollecitazioni e alle richieste di imprese sempre più agonizzanti e in grave difficoltà, è chiaro che si fa una grande fatica nel sostenere le ragioni della rappresentanza. Eppure oggi, più di ieri, se ci presentiamo divisi e ognuno per conto proprio al tavolo delle decisioni, rischiamo veramente di contare poco e niente e di non riuscire neppure a dare un minimo di visibilità alle nostre argomentazioni. Ecco perché, per esempio, crediamo nel progetto Rete imprese Italia, come strumento di rappresentanza unitaria della piccola e media impresa nel nostro paese e cerchiamo, in ogni occasione istituzionale di particolare rilievo, di presentarci in tale veste”.

Poi c’è la questione del rapporto con la politica. “E’ vero, a volte rischiamo anche di parlarci addosso, e di proporre tutte una serie di cose e soluzioni che poi, purtroppo, restano al palo. Ciò anche succede per la debolezza della politica: nessuno in questo momento – sottolinea il presidente di Confesercenti –  ha forza e autorevolezza per imporre scelte strategiche nell’interesse del paese, figuriamoci se si può prestare attenzione ai ‘lamenti’ della piccola impresa! Eppure occorre avere la costanza e il coraggio di andare avanti: è troppo importante tutelare il patrimonio economico e commerciale delle nostre imprese per scoraggiarci proprio adesso che la grande crisi dell’Euro sembra volgere al termine e occorre chiedersi come ripartire. Noi le nostre idee le abbiamo e continueremo a portarle avanti, confidiamo che, prima o poi, nell’interesse del paese, si formi un governo che prenda subito in mano le emergenze nazionali. In tal caso, statene certi, ci faremo vedere, sin da subito, per portare avanti, nell’interesse delle imprese che rappresentiamo, le nostre istanze o rivendicazioni. Fisco, lavoro, regole, da questi tre temi, come tante volte sottolineato, ripartiremo per salvaguardare le nostre attività economiche e produttive”.

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