”Le Camere di commercio si riavvicinino alle imprese”Un progetto per agevolare il rapporto tra istituti di credito e aziende. Parla il presidente Bassilichi

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Sostenere lo sviluppo delle imprese e aiutarle nel consolidamento, attraverso il sostegno del credito e con un’opera di consulenza finanziaria. E’ l’obiettivo del progetto promosso congiuntamente da istituzioni, banche e consorzi fidi, coordinato dalla Camera di commercio, a cui hanno aderito 17 fra istituti di credito e consorzi (Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca CR Firenze, BNL, Unicredit, BPER Banca, Banca di Cambiano, Banca di Vignole e Montagna Pistoiese, Banca Popolare di Vicenza, UBI-BPCI, Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno, Banca del Mugello, Banca Intermobiliare, Artigiancredito Toscano, Confidi Imprese, FidiToscana, Italia Comfidi, Centro Fidi), che hanno sottoscritto uno specifico accordo. Un progetto articolato su tre attività di base: la formazione, il primo orientamento, l’attivazione di plafond dedicati a specifiche iniziative del sistema camerale. “Invece di erogare pochi contributi accessibili da poche imprese – ha spiegato il presidente della Camera di commercio, Leonardo Bassilichi – abbiamo messo in campo un progetto a vasto raggio che prima di tutto si pone l’obiettivo di azzerare quella diffidenza che troppo spesso piccole imprese e sistema bancario hanno reciprocamente. Grazie alla disponibilità di 17 banche, esperti formatori e consulenti sono ora a disposizione delle imprese per conoscere meglio i vari aspetti del credito ed eventualmente fissare colloqui singoli di orientamento. Con la possibilità, nelle prossime settimane, di attivare anche plafond dedicati a specifici progetti della Camera di commercio di Firenze”.

Presidente, al di là di questo progetto, tiene banco oggi la discussione sul riordino del sistema camerale, cosa si auspica che accada?

“Intanto vorrei sottolineare come con questo progetto si intende dimostrare che la riorganizzazione si fa operando attivamente sul territorio, esercitando una funzione precisa, e non fermandosi ad attendere. Per quanto riguarda le aspettative, spero che si passi a un numero inferiore di Camere, che rappresentino una soglia minima di imprese. Però va anche detto che il sistema camerale non si ridisegna semplicemente con una legge”.

Da dove si riparte, allora?

“Vorrei che le Camere fossero voce dei territori, come elemento di valore; purtroppo si sono allontanate negli anni, un po’ per volta, dal mondo delle imprese, cioè da quello che sarebbe il loro compito specifico. Bisogna invertire questo processo. Perché le imprese si riavvicinino, sapendo che l’iscrizione costa una certa quota annuale, la quale però dà diritto a ricevere un certo servizio, così da non sentirsi abbandonati e da svolgere un ruolo propositivo sul territorio”. (Ma.Ab.)

 

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