Letta fa il premier, ma ora Renzi ha le spalle più larghe Il sindaco torna a Palazzo Vecchio ma le sue quotazioni salgono.”In bocca al lupo”, l’augurio al nuovo leader

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Un abbraccio e un in bocca al lupo. Così Matteo Renzi ha salutato la scelta di affidare a Enrico Letta il compito di dare vita al nuovo governo, quel compito che per qualche ora sembrava poter diventare suo. Finché la candidatura del sindaco di Firenze non ha ceduto davanti al tira e molla delle larghe intese: non ha passato l’esame Berlusconi, si dice. Come se avesse invece superato quello dello stesso Pd. Ma quest’ultimo è un esame di cui forse ora è meglio non conoscere l’esito, perché liquidare Renzi in un momento come l’attuale non è concepibile. Meglio che rimanga in panchina per il momento: diciamo così. Del resto lui stesso aveva ribadito più volte che il passaggio obbligato per la sua ascesa a leader sarebbero dovute essere le primarie. Così, nella tarda mattinata di un giovedì non qualsiasi si è ripresentato a Palazzo Vecchio, per tornare a svolgere il suo compito di sindaco. Va bene così. In fondo, uscito di scena Bersani e giocata anche la carta Letta, che avrà il non facile compito di creare un esecutivo di salvezza nazionale e probabilmente a tempo, il primo della lista nel Pd diventa lui. In pochi mesi il giovane rampante rottamatore, come lo considerava gran parte degli italiani, è asceso al ruolo di leader in pectore, del partito o del governo, o di tutti e due, questo è da vedersi. Ha un gruppo di suoi uomini e donne a Roma, si è conquistato crediti, fuori e dentro la Toscana, anche tra i bersaniani ora alla ricerca di un riposizionamento. E questo a livello personale è un bel risultato, specie nel terremoto che ha battuto in casa democratica.

“Enrico Letta ha ricevuto l’incarico di formare un nuovo governo dal Presidente Napolitano. Bene, mi fa piacere che il Pd decida di impegnare uno dei suoi dirigenti di punta in un momento così drammatico. Non è tempo di rimpianti o recriminazioni, sul poteva o non poteva essere Matteo Renzi. Lo ha detto lui stesso, l’importante era dare un governo al Paese in tempi rapidi e agire”, scrive su facebook la senatrice Rosa Maria De Giorgi. “Mi è piaciuta la dichiarazione di Letta – prosegue l’ex assessore di Renzi – che ha affermato di apprestarsi ad affrontare il suo difficile compito ponendosi in raccordo e in spirito di collaborazione con lo stesso Matteo, che era stato uno dei possibili candidati. Se Letta scioglierà positivamente la riserva, come spero, il Pd dovrà giocare un ruolo incisivo nello spingere il Governo ad affrontare immediatamente le priorità che sono gli interventi economici e sul lavoro e le riforme istituzionali. E’ questo che stanno aspettando gli italiani e certo non serve un atteggiamento come quello di Sel e di Vendola, che ha ritenuto di tirarsi fuori dalle responsabilità di un governo certamente difficile, ma indispensabile per cominciare a ridare fiducia nel futuro a un’Italia spossata. Sarà questa la risposta da dare al M5S, che si è caratterizzato come il movimento del no, orientato soltanto allo sfascio e all’abbattimento delle istituzioni. Il risultato elettorale costringe alla soluzione del ‘governo di servizio’, come lo ha definito lo stesso Letta, una soluzione che certo non è quella che avremmo auspicato per poter attuare le nostre politiche. Sarà necessario mediare, forse anche in modo estenuante qualche volta, ma con la convinzione comunque, che stiamo lavorando in emergenza per risollevare il nostro Paese. In questo scenario il lavoro dei parlamentari sarà determinante e il nostro impegno non mancherà”. Renzi potrà guardarsi tutto questo dal balcone di Palazzo Vecchio in attesa del suo momento, così come in attesa restano coloro che speravano di poter prendere il suo posto. Ci vuole calma. E sangue freddo. (Maurizio Abbati)

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