“I commenti che da alcuni anni – e forse quest’anno un po’ di più – vengono rivolti dagli organi d’informazione alle aperture, ma soprattutto alle chiusure dei musei del Polo fiorentino, meritano che si torni a condividere qualche elemento informativo”. Inizia così la nota che la soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale di Firenze Cristina Acidini ha voluto diffondere proprio nell’ultimo giorno dell’anno, quasi ad auspicare un qualcosa di nuovo, un cambiamento per il 2014. Una nota in cui Acidini spiega nel dettaglio la mappa delle aperture dei musei durante l’anno e in particolare durante le festività, per far capire come, considerate le difficoltà, si sia cercato di fare il massimo, al di là di ogni critica. “Ogni anno per il periodo di festività dicembre-gennaio si deve predisporre un calendario di aperture, il più possibile ampio, che armonizzi però vari fattori di segno diverso: la normativa vigente (che, ricordo, per i musei statali prevede la chiusura nei soli tre giorni 1° gennaio, 1° maggio e 25 dicembre), i turni dei musei, chiusi in maggioranza il lunedì, le risorse disponibili e l’adesione del personale a programmi di aperture straordinarie. Un’adesione che può essere solo volontaria, in un periodo in cui sono in molti a usufruire delle ferie, anche se all’interno di una programmazione che tiene conto delle esigenze di servizio”. Insomma, un gioco di incastri, un tetris, da cui dipende la fruibilità dei musei. Fruibilità che secondo la Soprintendente si è cercato di salvaguardare, aprendo i vari siti a scacchiera. E cioè con tutti i musei aperti sabato 28 dicembre e domenica 29; lunedì 30 apertura eccezionale per la Galleria dell’Accademia, il Museo di San Marco, il Bargello, Orsanmichele, le ville di Castello, Petraia, Poggio a Caiano e Cerreto Guidi, cenacoli e chiostri; il 1° gennaio 2014, nonostante la legge preveda la chiusura di tutti i musei statali di nuovo aperte (con ingresso gratuito) le ville medicee e la mostra“I mai visti” presso la Sala delle Reali Poste agli Uffizi, dalle13.30 alle19.30, pure con ingresso gratuito; inoltre, lunedì 6 gennaio saranno aperte dalle 08.15 alle 18.50 le Gallerie dell’Accademia e degli Uffizi, sebbene sia il loro giorno di chiusura, mentre gli altri musei del Polo Fiorentino osserveranno il loro consueto orario.
Si dirà che a Firenze chiudere i musei per le feste, seppure in parte, è un’occasione persa. Oltre che una nota stonata per i visitatori stranieri. E in effetti si potrebbe fare di più. Come sempre, del resto. “Migliorare è sempre possibile – dice la stessa Acidini – ma occorrono dei cambiamenti alle regole: anzitutto, bisognerebbe che fosse abolita o modificata la norma che stabilisce i tre giorni annui di chiusura dei musei statali, rendendo obbligatorio il servizio, come accade per i trasporti o per gli ospedali. Per fare questo occorre includere i musei tra i servizi di prima necessità. Si dovrebbe naturalmente prevedere l’aumento del personale nell’area della vigilanza e custodia”. Meno consigliabile secondo la Acidini è invece l’ipotesi di abolire il giorno di chiusura settimanale. “E’ infatti in quelle ore – spiega – che si concentrano manutenzioni, pulizie straordinarie, spostamenti e risistemazioni di opere, campagne fotografiche, monitoraggi all’impiantistica, interventi a fini di conservazione da parte dei restauratori, accessi per visitatori con esigenze speciali e ogni altra attività che presuma l’assenza del pubblico”. Eccolo l’auspicio di cui parlavamo all’inizio. Una norma da cambiare, per rendere i musei visibili sempre. Ma attenzione, perché questo ha un costo, di personale. Quel personale che sempre più spesso in Italia scarseggia. (Ma.Ab.)