Ciao mamma. I toscani emigrano. E le spese crescono Quasi 4mila quelli che hanno lasciato la nostra regione nel 2012. Annunciati 1.384 euro di rincari a famiglia

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Sarà un anno duro da prendere a morsi. Si vede fin dall’inizio. Anzi, a dire la verità si vedeva già dalla fine di quello precedente, con l’aumento inaudito delle ore di cassa integrazione e quello della disoccupazione. Non è ancora cominciato che già ci sono i primi rincari, a partire da quello delle autostrade del 4,43%, oppure da quello dell’energia elettrica dello 0,7% che produrrà una maggiore spesa media per le famiglie, cioè 4 euro all’anno. Per non contare quello di lettere e raccomandate, ancora non scattato ma per cui c’è il via libera dell’Agcom nei confronti di Poste Italiane. Ma non è tutto qui. Secondo l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori l’aumento potrebbe arrivare fino a 1.384 euro a famiglia, tra acquisto di beni e servizi e tariffe. Poche a dire il vero le voci non inserite in un lungo elenco, tra cui figurano invece l’assicurazione auto (53 euro), la Iuc (cioè la nuova Imu comprensiva di Tasi e Tari, per 195 euro), il riscaldamento (44 euro), le addizionali locali (156 euro), i servizi bancari (61 euro), ma anche alimentazione (327 euro) e trasporti (84 euro). A fronte di tutto ciò gli stipendi secondo l’Istat in un anno sarebbero aumentati di ben 4 euro. E non rammarichiamoci, visto che quelli relativi agli stranieri sono invece calati di 18 euro. Ecco perché i flussi migratori si sono intensificati, ma non quelli in entrata, bensì quelli in uscita. Italiani che se ne vanno, altrove. Un fenomeno che peraltro già si era accentuato lo scorso anno. Secondo l’Anagrafe della popolazione Italiana Residente all’Estero (Aire), l’emigrazione dal nostro Paese è salita dai 60.635 italiani del 2011 ai 78.941 del 2012. Per il 56% uomini, per il 44% donne. E come è ovvio si tratta per lo più di giovani: quelli della fascia di età 20-40 anni sono stati il 44,8% del flusso totale e sono aumentati in un anno del 28,3%. Cervelli? In parte. Ma comunque energie fresche, in cerca di un luogo adeguato per esprimersi. Un fiume che si alimenta delle nostre disgrazie purtroppo, a cui ha contribuito anche la Toscana a modo suo, con 3.887 persone. E pensate che dal luglio del 1990 gli italiani che sono andati a cercare lavoro e casa altrove sono più di 2 milioni e 320mila. Di questi, 660mila tra i 20 e i 40 anni. Dove si va? Negli altri paesi europei soprattutto, con la Germania in testa; ma anche negli Stati Uniti, in Australia, in Brasile e persino in Argentina. Mi ricordo giorni fa, quando rimasi bloccato alla stazione di Genova per la protesta sui binari di qualche decina di giovani “forconi”. Uno di essi, 22 anni, tifoso della Samp ma questo poco importa e poco c’entra, mi disse che per trovare lavoro aveva fatto di tutto, inutilmente. E che l’unica cosa da fare sarebbe stato andarsene via dall’Italia. Ma perché devo essere costretto a lasciare il mio Paese, mi chiese. Non avevo risposta. Lui è rimasto lì seduto sui binari, io sono rimasto ad aspettare il mio treno che non sarebbe arrivato. Tutti e due con una speranza ridotta al lumicino. (Maurizio Abbati)

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