Pensioni sotto attacco. Niente soldi, nemmeno per curarsi In Toscana 570mila con un mensile inferiore ai 500 euro. Prestazioni sanitarie in calo a causa della crisi

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Invecchiare non è un problema solo perché aumentano gli acciacchi e la necessità di cure, ma anche perché il vero rischio è quello di vedersi precipitare nell’indigenza, cioè di non riuscire più ad arrivare a fine mese con quei pochi soldi ritirati allo sportello della posta o di una banca. E’ quanto capitato nel corso dell’ultimo anno a circa 20mila pensionati, che si sono ritrovati inseriti nella lunga lista di coloro che vivono sotto la soglia di povertà. Mentre sono già 9 milioni gli anziani che hanno rinunciato alle cure mediche, proprio per mancanza di risorse per pagare il dottore e le terapie, soprattutto quelle odontoiatriche. E, come rivela la segretaria regionale dello Spi-Cgil Daniela Cappelli, le prestazioni sanitarie in Toscana sono diminuite del 10%, ma non certo perché d’improvviso stanno tutti bene.

Una situazione che si va facendo sempre più drammatica, complice la crisi economica, che sta portando il governo a imprimere sempre nuovi tagli al capitolo del sociale e della previdenza. Come se i pensionati fossero dei ricconi. Pensate che nella Toscana che si piazza al secondo posto in ambito nazionale per età media della sua popolazione, gli 1,2 milioni di pensionati attuali incassano un assegno mensile medio da 800 euro, ma ben 570mila di essi non raggiungono i 500 euro.

Niente Paperoni o quasi dunque tra i pensionati toscani. Anche se lo Stato ha deciso di bloccare le pensioni tra i 1.200 e i 1.800 euro. Con il risultato che, spiega Cappelli, “queste persone hanno perduto dai 600 ai 1.500 euro all’anno. Soldi che comunque, anche se poi venissero rivalutate le pensioni, andranno persi per sempre”.

“E’ triste quando ci troviamo di fronte – racconta Mauro Scotti della Cisl – a persone che sono iscritte al sindacato da tutta una vita, e che arrivate alla pensione ci spiegano di essere costrette a non rinnovare la tessera a malincuore per risparmiare anche quei pochi soldi”.

E’ per chiedere tutela ai pensionati e modificare la legge di stabilità, che i sindacati hanno deciso di organizzare una giornata di mobilitazione fissata per mercoledì 20 novembre all’Obihall. Serve una spinta per far ripartire il Paese, perché senza lavoro non c’è futuro, nemmeno per chi al lavoro ci ha già rinunciato per limiti di età, ma conta proprio su chi gli è succeduto per sopravvivere. (Maurizio Abbati)

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