Ai fiorentini ci sono voluti 50 anni per assistere allo sviluppo concreto del loro aeroporto, agli argentini di Corporacion America potrebbero bastarne 3. E solo 11 mesi per realizzare la fusione tra le due società e i due scali di Firenze e Pisa, bypassando una storica rivalità di campanile. Ma è anche vero che si tratta di veri professionisti del settore, capaci di tenere nelle loro mani la gestione di ben 54 aeroporti in tutto il mondo. E forse nessuno se non loro, con il sostegno imprescindibile delle istituzioni, poteva riuscire nella missione impossibile di rilanciare Peretola. E’ stato presentato stamani a Palazzo Vecchio il master plan del Vespucci, che adesso dovrà passare dalla valutazione di impatto ambientale e dalla conferenza dei servizi prima di ottenere il definitivo via libera. Quello che il progetto prevede a grandi linee già era noto, anche se almeno in parte non da tutti digerito. E cioè si procede nel segno di una nuova pista da 2.400 metri e di una nuova aerostazione, che sostituirà l’attuale, destinata ad altri scopi. Tutt’attorno nuovi parcheggi (passeranno da 1.500 a 3.500) e piazzali di carico, con la tramvia che dovrebbe arrivare fin lì per garantire il collegamento rapido con la stazione. Si farà così perché altrimenti non si può fare, ha fatto capire il presidente Enac, Vito Riggio, e cioè si riorienta la pista e si fa come va fatta, nel rispetto delle regole. E quei 400 metri di pista in più rispetto alle prime scelte della Regione? Anche questo fa parte delle regole internazionali. Insomma, non spetta alla Toscana decidere. E allora avanti tutta, a tappe forzate, senza tempo da perdere. Come di tempo Corporacion America finora non ne ha perso. “Abbiamo acquisito le partecipazioni il 4 marzo 2014 e il progetto di fusione tra Firenze e Pisa dovrebbe completarsi entro gennaio 2015”, undici soli mesi insomma, ha sottolineato il presidente di Corporacion America per l’Italia Roberto Naldi. In mezzo, il 9 dicembre, è prevista la presentazione del progetto di fusione. E la società sarà operativa entro l’aprile prossimo, anche se il bilancio partirà dal 1 gennaio 2015. Questo significa che i bilanci 2014 saranno gli ultimi che Firenze e Pisa presenteranno separatamente. L’obiettivo finale è rendere cantierabile in progetto ad aprile e mettere in esercizio la nuova pista per il 2017, giusto in tempo per il G7 fiorentino. Naldi ha anche aperto le porte al futuro, annunciando un progetto di sviluppo che dovrebbe portare gli aeroporti toscani dalle 92 destinazioni attuali a quasi 130 nel 2028, i voli giornalieri da 105 a quasi 160, le compagnie aeree impegnate da 32 a 45 e i passeggeri fino a 11,5 milioni (7 Pisa e 4,5 Firenze), con una redditività destinata a passare da 25 a 80 milioni di euro. Certo Firenze dovrà mantenere una vocazione diversa da quella di Pisa, proponendosi come business point europeo aperto al Mediterraneo, spaziando fino al Medio Oriente. Ma cosa significherà per Firenze questo investimento di capitali che si aggira sui 300 milioni di euro? Si parla di 2mila posti di lavoro in più e 10mila in Toscana. Già, perché secondo le stime ogni milione di passeggeri vale mille addetti in più. Naturalmente per fare questo non basterà lavorare sui due scali, ma si dovrà intervenire anche sul sistema di collegamento. Ed ecco che rispunta l’ipotesi di una linea ferroviaria veloce, che porti da Firenze a Pisa in massimo 35 minuti. Certo qualcosa cambierà nella fisionomia del territorio e ad esempio dovranno essere annessi all’area aeroportuale altri 120 ettari, ma dovrebbero migliorare sia la sicurezza per gli aerei sia l’impatto ambientale per i residenti. E poi, forse mai come in questo momento la parola posti di lavoro e sviluppo economico sono stati la chiave in grado di aprire tutte le porte. (Ma.Ab.)