Pitti accende Firenze
Ma attende un segnale Partita l’edizione 85. Resta sospeso il progetto per la riorganizzazione della Fortezza

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Firenze si affida a Pitti e al connubio tra creatività, saper fare e alta moda per rilanciare la propria immagine nel mondo e creare se possibile nuovi posti di lavoro in un settore che proprio qui in città vanta la presenza di marchi prestigiosi. Ed è una scelta ragionevole, visto che l’alta moda, se accanto alla sartoria si mette la pelletteria che è un’altra delle grandi vocazioni del territorio, è in grado di portare un contributo prezioso sotto il profilo economico. Ma come sempre accade, con una mano si prende e con l’altra bisogna essere preparati a dare. E cosa può dare Firenze alla moda, cosa che possa aiutare Pitti a superare la concorrenza di altri grandi eventi internazionali come quello di Londra, che ha lanciato una sfida aperta a colpi di passerelle negli stessi giorni della kermesse della Fortezza da Basso. Il fascino di una città unica, certo. Ma su questo Londra certo non scherza. Anche se qui si sta creando attorno a Pitti una “open city” che diventa per intero un palco su cui mettere in scena una grande rappresentazione. Servono però spazi adeguati. Strutture fieristiche che logisticamente favoriscano gli allestimenti e supportino in modo opportuno la richiesta degli organizzatori. In questo senso la Fortezza mostra tutti i suoi limiti. C’è un progetto di rilancio e di riorganizzazione dei padiglioni che attende da tempo e che non è bastato il passaggio di proprietà dal Demanio agli enti locali per tirare fuori dal cassetto. Le risorse scarseggiano, è vero. Ma se bisogna investire e non solo spendere forse questo è uno degli affari migliori.

“Pitti – ha dichiarato il sindaco Renzi durante l’inaugurazione in Palazzo Vecchio – ci invita a fare sempre qualcosa di più nel campo della moda, obbliga la città a dare il meglio di se stessa, diventa il paradigma di ciò che l’Italia dovrà fare”. Ciò che Firenze invece dovrà fare è avere la forza di mettere mano a quel progetto, cambiando ciò che c’è da cambiare, con un’idea di città che non sia solo conservazione, ma che punti a uno work in progress per migliorarne la vivibilità e l’appeal.

“Entro marzo – ha rassicurato il governatore della Toscana Enrico Rossi – presenteremo il cronoprogramma degli investimenti previsti (80 milioni). Interventi che andranno scaglionati perché non sarà possibile realizzarli tutti contemporaneamente, non solo dal punto di vista economico ma anche dell’esecuzione dei lavori. L’obiettivo è rendere fruibile l’intera struttura fieristica della Fortezza nel giro di qualche anno”. Avanti allora, perché le stelle (quelle della moda) non stanno a guardare e possono benissimo illuminare altri cieli.

Per il resto Pitti è sempre Pitti, anche nella versione Rock di questa edizione numero 85, con i suoi 1047 marchi della versione Uomo, a cui si sommano le 73 collezioni donna, provenienti da più di 30 paesi. (Maurizio Abbati)

 

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