Rossi sulla riforma della sanità: serve una accelerata Il presidente della Regione: forse i tagli andavano fatti prima, ma non devono ricadere sui servizi

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Nella sanità della Toscana, ma non solo, c’è bisogno di imprimere una accelerata. La conferma arriva dallo stesso presidente della Regione, Enrico Rossi, a cui ormai alla vigilia delle prossime elezioni abbiamo chiesto qual è secondo lui il settore dove più serve un cambiamento. La sanità, perché è sicuramente il centro di spesa maggiore per l’amministrazione e perché è il servizio che va a toccare il maggior numero di utenti, soprattutto quelli considerati fragili. “Forse i tagli che abbiamo voluto attuare andavano fatti addirittura prima”, azzarda il presidente, ma dice anche che bisogna stare attenti a tagliare, perché senza una riforma complessiva del sistema il rischio è che questi tagli ricadano sui servizi e quindi penalizzino direttamente gli utenti. Ecco perché bisogna tagliare senza ridurre le prestazioni e i livelli assistenziali di base. E una strada per comprimere le spese, secondo Rossi, sarebbe quella di ridurre il numero delle Asl, facendole passare da 13 a 3, a cui si aggiungerebbero almeno nella prima fase le 3 a carattere universitario. Una riforma che sicuramente avrebbe il vantaggio di comprimere gli stipendi a livello amministrativo e non solo, considerata l’idea di eliminare le figure doppie, ma anche di rendere più omogenea l’assistenza sul territorio. C’è però chi storce il naso, sottolineando come la nascita di queste nuove macrostrutture interprovinciali potrebbe rendere più difficile la gestione del sistema e ridurne la capacità di adattarsi alle diverse esigenze. Un problema reale, ma è anche vero che solo facendo economia di scala e riducendo gli sprechi si può risparmiare. E salvare il servizio sanitario pubblico. (Ma.Ab.)

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