Il tempo dei saldi invernali è appena finito, e già di saldi si torna a parlare, in vista della prossima edizione. Si riapre così la questione dei “saldi ad elastico”, cioè con data di inizio variabile, a seconda delle esigenze contingenti e non di una programmazione definita e stabile, ma soprattutto unica in tutta Italia. E’ il presidente provinciale di Fismo Confesercenti, Franco Frandi, ad auspicare che per il futuro si pensi a “un posticipo dei saldi almeno a fine gennaio”. Eppure proprio dai commercianti nel dicembre scorso era partito l’appello alla Regione affinché la data di avvio inizio fosse anticipata al 5 gennaio, così da dare ossigeno alle imprese colpite dal calo dei consumi. Un’abitudine, quella della corsa al saldo, che ha forse fatto il suo tempo e rappresenta in certo qual modo una limitazione della libertà d’impresa, attuata per evitare il ricorso continuo alle vendite promozionali che potrebbero disorientare l’utente e favorire i grandi centri commerciali. Ma in un momento in cui si assiste ad una forte contrazione delle vendite non sarebbe meglio ridistribuire i consumi sull’intero arco della stagione, armonizzando i prezzi alle esigenze dei consumatori?