Scommessa per il Maggio
Ripartire in punta di piedi Dallo spettacolo alla siderurgia: la Toscana perde 10mila posti di lavoro l’anno

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La musica non cambia. Dallo spettacolo alla siderurgia, da Firenze a Piombino, la Toscana è come un disco rotto che fa riecheggiare sempre un’unica voce, quella della crisi, in cui si fondono quelle delle migliaia di lavoratori che in questi anni hanno perduto il loro posto. Ed è inutile tapparsi le orecchie. Il segretario della Cgil fiorentina Mauro Fuso parla di 15 milioni di ore di cassa integrazione in un solo anno in Toscana, che equivalgono a circa 10mila posti di lavoro andati,volatilizzati, su un esercito di 260mila lavoratori dipendenti, escluso il pubblico impiego. Esercito che conta le sue vittime, i cui ranghi si assottigliano costantemente.

E mentre Cgil, Cisl e Uil tornano in piazza assieme per protestare contro una legge di stabilità che a parole sembra venire incontro alle esigenze dei cittadini, ma secondo i sindacati non fa che accrescere la pressione fiscale, si torna a discutere sul futuro del Maggio Musicale Fiorentino e più in genere delle fondazioni liriche italiane, che rischiano grosso considerata la situazione economica in cui molte di esse si trovano. Di certo si sa che la strada del risanamento dovrà passare attraverso una revisione della pianta organica, che potrebbe colpire in modo drammatico le fila di Maggiodanza. Un’ipotesi che sembrava a un certo punto scongiurata, ma che in realtà sembra destinata a tradursi in una cruda realtà. Il commissario Francesco Bianchi ha ricordato che sarà suo compito presentare un piano triennale con cui la fondazione possa tornare con i conti in pari, partendo da un “patrimonio negativo” di 28 milioni di euro. E che per questo ha facoltà di ridurre il personale fino al 50%, sottoscrivendo un nuovo contratto integrativo e passando attraverso accordi con creditori e fornitori. Il tutto nell’impossibilità di fare anche un euro in più di debito.

Ma tagliare sarà sufficiente per garantire la sopravvivenza del Maggio e della stagione? O bisogna ripartire da un nuovo rapporto con il pubblico, ripensare la programmazione puntando a riaccendere gli entusiasmi di fronte a un balletto o a una grande opera. Spengere le luci non basta. Senza clamore, in punta di piedi e ripartire. (Maurizio Abbati)

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