Scuole italiane rimandate a settembre in manutenzione Impianti elettrici e termici fuori norma, intonaci da rifare, amianto. Allarmante l’indagine del Censis

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Se dovessimo dare un voto alla nostra scuola in base all’indagine condotta dal Censis sicuramente la sufficienza sarebbe davvero lontana. Intonaci che cadono, rubinetti che perdono e vetri rotti. Ma anche dei seri problemi strutturali. Sono davvero allarmanti i dati sullo stato dell’edilizia scolastica. Degli oltre 41.000 edifici scolastici statali, il Censis stima che in 24.000 gli impianti (elettrici, idraulici, termici) non funzionano, risultano insufficienti o comunque non sono a norma. Sono 9.000 le strutture che manifestano intonaci a pezzi. In 7.200 edifici ci sarebbe bisogno di rifare tetti e coperture. Mentre sono 3.600 le strutture che necessitano di interventi sulle strutture portanti e addirittura ci sarebbero 2.000 in cui 342.000 alunni devono fare i conti con il rischio amianto. D’altra parte l’anagrafe parla chiaro, molti dei nostri edifici scolastici sono vecchi: più del 15% è stato costruito prima del 1945, altrettanti tra il ’45 e il ’60, il 44% risale all’epoca 1961-1980, e solo uno stabile su 4 è stato realizzato dopo il 1980. Secondo i 2.600 dirigenti scolastici consultati dal Censis, per il 36% degli edifici è prioritario avviare lavori di manutenzione straordinaria. Ma per la maggioranza (il 57%) serve soprattutto dare continuità agli interventi di manutenzione ordinaria. Nonostante il patrimonio immobiliare scolastico sia vecchio, e benché in molti casi le sedi siano ispirate a criteri oggi superati, anche quando sono state progettate dal principio come scuole e non si tratta di caserme o conventi ristrutturati, solo nel 7% dei casi si ritiene fondamentale la costruzione di un edificio più adeguato o il trasferimento della scuola in un’altra sede. Teniamoci le nostre scuole dunque, ma garantiamo decoro e sicurezza. (Ma.Ab)

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