Una spallata non è fallo nel gioco del calcio. E di una semplice spallata in fondo si è trattato, data con estrema eleganza. L’episodio è accaduto all’Osmannoro, in occasione del forum sul futuro dell’industria ferroviaria toscana. Il sottosegretario al Ministero dell’Istruzione e della Ricerca Gianluca Galletti, intervenendo sul tema dell’infrastrutturazione del paese, ha cercato di far capire come sia necessario mettere un atto un piano di sviluppo ben definito, e “tenere conto di come è cambiata la geografia italiana, altrimenti le infrastrutture servono a poco”. Il discorso ha un senso logico: inutile dare vita a dei doppioni costosi e destinati a rimanere improduttivi. Meglio puntare su alcune strutture d’eccellenza e far convergere su di esse le risorse anziché ripartirle per crearne delle altre simili, soprattutto quando sono vicine. Ed eccola la spallata, nata non come un ostacolo ma che rischia di far perdere l’equilibrio al progetto di rilancio del Vespucci, soprattutto in un momento delicato come l’attuale, in cui il Consiglio regionale è chiamato ad approvare il Pit della Piana e di fatto ad avallare l’ipotesi di creazione della nuova pista parallela convergente all’autostrada. “Due aeroporti a Firenze e Bologna – ha detto Galletti nel corso del suo intervento – servono ancora con 37 minuti di collegamento ferroviario? Così come c’è da chiedersi se serve avere due fiere”. Insomma le città devono cominciare a pensare in modo unitario. “Servono progetti condivisi – ha poi proseguito il sottosegretario – e questo vale per tutti gli ambiti, compresa la sanità”. Nessun accanimento contro il rilancio del Vespucci dunque, ma solo l’esigenza di fare sistema. Il problema è che lo scalo di Peretola finora ha fatto da vaso di coccio in mezzo ai due vasi di ferro di Pisa e appunto Bologna, e ora che potrebbe aspirare a vedersi rafforzato grazie a una possibile gestione unitaria con il Galilei tornano ad addensarsi le nubi, rendendo ancora una volta difficile alzarsi in volo. Certo se il rilancio del Vespucci dovesse passare dalla concorrenza diretta con Pisa sarebbe meglio fare un passo indietro, ma il progetto prevede un’integrazione e la nascita di un unico grande polo aeroportuale toscano che potrebbe diventare un volano importante sotto il profilo economico ed occupazionale. E’ vero che Bologna è vicina, ma la Toscana non può restare a guardare. (Maurizio Abbati)