Tassa di soggiorno, in 3 anni un gruzzolo da 780 milioniEcco quanto pesa sul turista. Confesercenti: i proventi siano destinati a migliorare i servizi

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Ma la tassa di scopo, quale scopo ha? E’ la domanda che si è posta Confesercenti, che ha organizzato un’iniziativa per valutare gli effetti di questi ultimi tre anni in cui si è vista l’applicazione della tassa di soggiorno per i turisti. Dati alla mano, secondo l’associazione, nel triennio sono stati più o meno 780 i milioni sottratti in Italia ai consumi turistici, che avrebbero potuto agevolare le imprese dei vari territori in questo momento di difficoltà. Ma così in effetti perlopiù non è stato. E infatti Confesercenti parla di un “triste bilancio” dell’applicazione della tassa di soggiorno, “inizialmente nata con lo scopo di assicurare agli enti locali le risorse per potenziare i servizi turistici, migliorare l’offerta culturale e i servizi pubblici, ma che, alla fine, si è trasformata nell’ennesimo balzello per far tornare i conti degli enti locali”. Intanto i Comuni che hanno deciso di applicare la tassa continuano a crescere: erano 300 nel 2012 e dopo soli due anni sono diventati 649, di cui ben 102 in Toscana. Una tassa che appare dunque non destinata correttamente, ma anche applicata senza tener conto della sua reale incidenza sulle tasche del turista. Ad esempio a Firenze, per una famiglia con due figli che voglia trattenersi una settimana in un albergo a 3 stelle in alta stagione, con un costo camera di 100 euro a notte, può incidere quasi per il 10%. Una tassa di cui non si chiede l’eliminazione totale, ma che quanto meno venga riveduta, così da assicurare che il gettito – spiega Massimo Biagioni, responsabile nazionale del turismo di Confesercenti – venga “destinato a favore del turismo, perché la destinazione Italia soffre. E non è più vero che il turismo tanto reggerà”.

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