Tramvia, occhi puntati sul cronoprogramma dei lavori Confcommercio parla di possibili ritardi, che si tradurrebbero in cali di fatturato per le imprese

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Firenze è una città ancora in larga parte dipendente dal trasporto privato. Auto e scooter restano il mezzo con cui i fiorentini sono soliti spostarsi, malgrado gli imbottigliamenti, le lunghe code e le inevitabili imprecazioni e perdite di tempo. Ma questo non significa che non rinuncerebbero al proprio mezzo se potessero usufruire di un servizio efficiente, che significa soprattutto tempi certi di percorrenza e puntualità. Offerta per cui non è sufficiente modernizzare il servizio dei bus di linea, perché non bastano mezzi a basse emissioni, così come pensiline elettroniche e paline intelligenti. Quello che semmai servirebbe sono corsie preferenziali protette, inaccessibili agli altri veicoli, che si snodino per l’intera città, con attraversamenti ridotti al minimo. A cui deve comunque accompagnarsi un mezzo più capiente e confortevole, che disponga realmente di un’asse viaria autonoma, come appunto la tramvia. Che per altro degli svantaggi li ha, come appunto il doversi ritagliare un tratto di strada, riducendo gli spazi per il traffico veicolare privato. E ha anche lo svantaggio dei lavori necessari per la realizzazione, lunghi e impattanti, ma che sarebbero in fondo un male tollerabile se le scadenze fissate venissero rispettate. Cosa che non è avvenuta con la linea 1, e che ora si ha il timore che si ripeta per le linee 2 e 3. Timore condiviso dai residenti delle zone interessate, ma anche da tutti quanti da quelle strade devono transitare quotidianamente. Per non parlare dei gestori delle attività commerciali, penalizzate dalla scarsa visibilità e raggiungibilità. E sono proprio i commercianti a lanciare un appello all’amministrazione comunale di Palazzo Vecchio, nel timore che i lavori possano allungarsi a dismisura nel tempo. “Passano le settimane, ma in via di Novoli non riusciamo a vedere un operaio. Il cantiere per la realizzazione della linea 2 è deserto. Se continuiamo così, lo stesso deserto ci sarà anche negli esercizi commerciali…”, afferma il presidente di Confcommercio Firenze, Jacopo De Ria, che aggiunge: “Non si può chiedere uno sforzo ai commercianti, già fiaccati da una crisi di cui non si vede la fine, e accettare che nessuno lavori nel cantiere. Stiamo parlando di decine e decine di imprese, di famiglie che vivono del proprio lavoro di commercianti. Nel tratto in cui si viaggia ad una sola corsia i cali di fatturato sono già una realtà. Vogliamo aspettare che i negozi chiudano per partire coi lavori?”.

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