Firenze presa d’assalto dai turisti per Capodanno, ma è un tutto esaurito che dura lo spazio di due, massimo tre notti, non sufficiente, secondo Federealberghi, a diagnosticare la buona salute del turismo. Si sono sprecate cifre sul tasso di occupazione delle camere d’albergo a Firenze in questi giorni convulsi di fine anno, ma sono cifre del tutto parziali, che non tengono conto di un dato essenziale, cioè la brevissima durata dei soggiorni. Niente onda lunga insomma per il turismo e per gli affari. Tanto che se si vanno a vedere gli indici di occupazione delle camere dei principali portali, per il periodo compreso tra il 30 dicembre e il 2 gennaio si è arrivati a una percentuale del 94-95%, ragguardevole dunque. Ma dal 3 gennaio in poi è tutta un’altra faccenda, tanto che le percentuali crollano al 45-47% e dal 7 gennaio in poi si arriva addirittura al 40%. Trovare posto in centro dunque non sarà certo un problema. E per attendere un rialzo delle prenotazioni bisogna arrivare al 12 gennaio, quando si accenderanno i riflettori su Pitti Uomo, che risolleva le sorti del turismo, riportando il tasso di occupazione camere oltre l’80%, ma ancora una volta solo per una notte, poi via, le percentuali ridiscendono. Complice anche l’allarme terrorismo, che ha spinto molti a rinunciare a muoversi, cancellando le prenotazioni, soprattutto nei paesi orientali.
“Questa dinamica fa capire come non si possa stabilire la salute del turismo analizzando due notti su un intero mese, ma si debba tenere conto di questa estrema variabilità, legata all’offerta che la città è in grado di mettere in campo. E’ un fatto incontrovertibile – afferma il presidente di Federalberghi Firenze, Francesco Bechi – che gli eventi di qualità costituiscano motivo di visita ed è su questo che dobbiamo lavorare. Purtroppo gli albergatori non possono sorridere per un buon risultato a Capodanno quando dal giorno dopo i clienti si dimezzano. Noi teniamo aperto tutti i giorni,il nostro personale è al lavoro tutti i giorni e sopportiamo spese quotidianamente, con costi di gestione sempre più elevati. Con questo non intendiamo rammaricarci, perché il trend di questo ultimo periodo è positivo e questo è significativo. Ci piacerebbe però che ci fosse concertazione sulle attività da intraprendere, così come sugli interventi da mettere in campo per qualificare sempre più la città, utilizzando anche quel tesoretto rappresentato dall’imposta di soggiorno. Ci piacerebbe studiare nuove attrattive per la cosiddetta bassa stagione, per far vivere la città 12 mesi l’anno. Studiare offerte particolari per i giovani o per gli anziani, coloro cioè che più sono in grado di muoversi più facilmente anche fuori stagione, godendo di prezzi più contenuti. Chiediamo che si porti avanti un dialogo propositivo con l’amministrazione e i vari attori del mondo del turismo che permetta di indicare un percorso comune. Noi come Federalberghi ci siamo”.