Una lezione contro il bullismo

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Il bullismo si può contrastare, anche in classe. Affrontare il fenomeno del bullismo scolastico adottando un modello di prevenzione e contrasto accreditato a livello internazionale, è la sfida intrapresa dal gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia dell’Università di Firenze, che nell’anno 2013-14 ha organizzato in 12 scuole toscane (primarie e secondarie inferiori) di Firenze, Lucca e Siena una sperimentazione del programma antibullismo KiVa, progetto finlandese già testato in Olanda, Galles, Usa, Lussemburgo, Estonia e Giappone. Se ne è parlato all’Ateneo fiorentino in un convegno internazionale. Gli esiti dell’esperienza – che ha coinvolto 1.600 studenti e 100 insegnanti e che consiste in dieci lezioni annuali oltre ad interventi mirati nei casi più gravi – sono assai positivi: dalle rilevazioni della fine dell’anno scolastico il fenomeno del bullismo, nelle sue varie implicazioni e percezioni, risulta praticamente dimezzato nelle classi che hanno sperimentato il Modello KiVa (denominate “scuole sperimentali”), a differenza delle classi cosiddette “di controllo”, dove il programma non è stato applicato e i comportamenti offensivi registrano nel tempo notevole stabilità. Nelle scuole primarie sperimentali, ad inizio anno, nei questionari anonimi il 9,7% degli studenti si è dichiarato autore di prevaricazioni (il cosiddetto “bullismo agito”): a fine anno era il 3,6%, mentre nelle classi di controllo il dato ha registrato una lieve flessione dal 6,8% al 5,9%. Il fenomeno è stato analizzato anche dal punto di vista di chi subisce i comportamenti offensivi o violenti: all’apertura dell’anno scolastico il 24% degli studenti delle scuola primarie KiVa ha dichiarato di essere stato vittima di episodi di prepotenza da parte dei compagni (la cosiddetta “vittimizzazione”), mentre a fine anno la percentuale è scesa addirittura all’11%. Per le scuole di controllo la flessione è stata invece assai lieve, dal 21% al 19%. Nelle scuole secondarie inferiori soggette al modello KiVa, inoltre, il bullismo passa dal 4,7% al 2,2% e la vittimizzazione dal 7,5 al 6,1% (nelle classi di controllo, invece, il bullismo passa solo dal 3,7% al 3,1% e la percentuale di “vittime” di questi comportamenti addirittura aumenta dal 5,7% al 6,6%). “La sperimentazione del modello KiVa, programma elaborato dall’Università di Turku in Finlandia – spiega la coordinatrice della sperimentazione Ersilia Menesini, docente di Psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione all’Università di Firenze – mostra nelle scuole italiane una potenzialità del programma di pari livello o anche superiore a quanto rilevato nelle esperienze dei paesi del Nord Europa. Oltre alla forte riduzione dei comportamenti di bullismo, abbiamo registrato – prosegue Menesini – anche un cambiamento delle norme di gruppo, degli atteggiamenti a favore delle prepotenze o dell’empatia verso le vittime: il programma KiVa, quindi, evidenzia anche effetti secondari positivi sulla percezione del clima di classe e sul benessere a scuola”.

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