Una protesta rosso sangue
per fermare il femminicidio Sono 130 le donne uccise nel 2012. Giornata di mobilitazione indetta da Cgil per il 25 novembre

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Abusate, violentate nel corpo e nello spirito, tradite dai loro uomini e spesso da chi credevano le amasse, tanto da subire, convinte dal distorto pensiero imperante che in fondo una parte di colpa di quei maltrattamenti potrebbe essere anche loro. Le donne si trovano nella modernissima Italia a dover fare i conti con un’immagine antica, superata, che le vede sempre come mogli, massaie, madri e quasi mai come individui con una loro identità. Un’immagine figlia di un retaggio culturale che finisce per condannarle a un ruolo che non intendono più recitare. 130 le donne uccise nel nostro Paese solo nel 2012. Mentre a diventare autore di maltrattamenti nei loro confronti è considerato il 25% degli uomini. Uno su quattro, pronto ad alzare le mani.

E’ contro questo femminicidio e la violenza continua che Cgil Toscana ha deciso di concerto con i livelli nazionali di manifestare, il prossimo 25 novembre. Nessun corteo, nessuno sciopero, se si escludono quei pochi minuti che possono bastare per leggere una nota, un comunicato, forse la pagina di un libro nei luoghi di lavoro. Giornata che però sarà contrassegnata da un simbolo, un colore, il rosso, a testimoniare il sangue versato dalle donne e la passione che ci mettono per rivendicare parità di diritti. Bisognerà indossare qualcosa di rosso: un fiocco, un foulard, una cravatta. Già, perché no. L’invito è rivolto anche agli uomini. Perché il cambiamento passa anche attraverso il loro coinvolgimento. (M.Ab.)

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