Artigiani, raffica di chiusure
Male anche la pelle

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Una tradizione e un caposaldo del sistema economico toscano che sta pagando a caro prezzo gli effetti della crisi economica e sta lasciando sulla strada migliaia di posti di lavoro. L’artigianato fiorentino è in una situazione di chiara sofferenza e bisogna assolutamente invertire la tendenza. E’ quanto chiede il presidente di Cna Firenze Andrea Calistri, che ha presentato i dati sul settore elaborati dal Rapporto Trend, relativi al primo semestre 2013. Dati che evidenziano un ulteriore peggioramento rispetto a quelli, già critici, degli anni precedenti. Il numero delle imprese artigiane iscritte alla Camera di commercio è sceso da 30.942 a 30.479. Che si traduce nella perdita, in soli 12 mesi, di 463 aziende, quasi il doppio del calo registrato nel 2012, quando la caduta si era arrestata a – 278. Una crisi che colpisce quasi tutti i settori, ma con notevoli differenze. Il manifatturiero termina infatti l’anno in crescita ( + 21), mentre per le costruzioni non c’è segno di recupero  (-454 imprese rispetto al 2012).

Forte passo all’indietro anche per quello che riguarda i ricavi complessivi, scesi a 1 miliardo e 47 milioni di euro, con la perdita, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, di 52 milioni, pari al  – 5%.
Con un fatturato di 466 milioni (- 5,7% rispetto al 2012) il manifatturiero si conferma il macrosettore principale per giro d’affari (44% dell’intero valore dell’artigianato della provincia di Firenze). Il calo, registrato anche a livello regionale (-2,1%), è da attribuirsi  alle difficoltà incontrate dalla pelletteria  e dal metalmeccanico.  Rispetto al I semestre 2012 il settore della pelle ha perso più di 21 milioni di euro, fermandosi a quota 185 milioni (-10%). Ed è forse questo il dato che più preoccupa trattandosi di un settore su cui la Toscana punta molto grazie alla crescita dell’export. Un settore su cui c’è bisogno di lavorare, per Calistri, così da fare in modo di garantire una fetta di mercato anche alle tante aziende che realizzano collezioni in proprio e non si limitano a fare da contoterziste. Di sole grandi griffe insomma non si vive. (Ma.Ab.)

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