Niente Imu sulla prima casa, neanche per quelle che hanno un elevato valore catastale. L’emendamento proposto al governo è stato ritirato. “Io penso che il Pd abbia commesso un errore a cedere sull’Imu. Se la proposta era mal formulata nel calcolo, allora – commenta il presidente della Regione Enrico Rossi sulle sue pagine Facebook – doveva essere rivista e migliorata. È noto poi che in Italia occorre riformare il catasto. Ma non è sbagliata l’idea di una tassa progressiva sulla casa dove chi ha di più paga un po’ anche per gli altri. Invece l’aumento dell’Iva lo pagano tutti allo stesso modo e colpisce di più i ceti meno abbienti e i poveri”. C’è del vero. Anche nella considerazione relativa alla formulazione della tassa. Specie per quanto riguarda i livelli impositivi, spesso frutto di accatastamenti non rispondenti al reale valore degli immobili. Ma andrebbe anche rimodulata la possibilità concessa ai vari Comuni di applicare maggiorazioni rispetto alla tariffa base, che determinano differenze anche importanti per i contribuenti, magari a parità di caratteristiche delle abitazioni. La tariffa media più alta nell’area fiorentina, secondo i più recenti dati dell’Agenzia delle Entrate, l’hanno pagata gli abitanti di Fiesole, che arrivano a 347 euro, seguiti da quelli di Bagno a Ripoli con 330 euro. Il capoluogo Firenze si ferma invece a 293 euro. A scendere troviamo Barberino Valdelsa a 247 euro, Greve a 240 euro, Calenzano a 182, Campi a 173, Barberino del Mugello a 170, Campi Bisenzio a 173, Sesto Fiorentino a 169 e Scandicci a 159 euro. Un calcolo frutto in parte di una maggiore concentrazione su alcuni territori di case di pregio, ma anche delle aliquote applicate. Se Sesto si era fermata addirittura allo 0,38%, Fiesole è salita fino allo 0,55%. Ecco che dunque una riforma non solo del catasto ma nella tassazione degli immobili si impone. Fermo restando che le tasse per chi le paga non sono mai giuste. (M.Ab.)