Patto generazionale per favorire l’occupazione

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Ore da regalare ai giovani. Non ore di relax ma di lavoro, quel lavoro che è ormai diventato per loro merce rara, visto che i livelli di disoccupazione giovanile in Italia hanno superato il 40%. Ore a cui i lavoratori più anziani, ormai in odore di pensione, potrebbero rinunciare per donarle alle nuove generazioni, da inserire nel mondo produttivo riducendo le spese a carico delle aziende. La proposta arriva da Gente di Firenze: “Per affrontare un tema prioritario quale quello del lavoro, lanciamo sul nostro territorio un patto generazionale”: spiega il portavoce Lapo Cecconi. “Tale misura è già stata sperimentata nella Provincia di Bolzano e per una volta ha messo d’accordo tutti, politica, imprese e sindacati. Si tratta di un meccanismo che ipotizza che i dipendenti cui manchino 3-5 anni al pensionamento possano ridurre l’orario di lavoro e agevolare così l’ingresso nel mondo del lavoro di giovani sotto i trentacinque anni”. Nella Provincia di Bolzano l’accordo è stato pensato esclusivamente per i dipendenti pubblici e nel lungo periodo non comporterà né un aumento del numero complessivo dei dipendenti pubblici né alcun costo per le casse pubbliche.

“Oltre a recepire la misura nel nostro territorio, proviamo ad estenderla anche ai privati”, prosegue Lapo Cecconi “perché è proprio da un patto generazionale, che possiamo garantire un futuro per i nostri giovani. A Bolzano i risparmi effettuati grazie a tale accordo vengono utilizzati per la creazione di un fondo per l’assunzione di giovani disoccupati: a Firenze potremmo inoltre prevedere nel patto la possibilità di inserimento nelle aziende di giovani under 35 per affiancare i lavoratori che aderiscono all’iniziativa. Siamo sicuri che aziende e lavoratori beneficerebbero largamente da un simile accordo, che rappresenterebbe un’alternativa più efficace e più equa allo stage”. (Ma. Ab.)

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