Proprietari di case strangolati dal fisco

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Su case, negozi e capannoni il carico fiscale ha ormai raggiunto un livello record. Secondo i calcoli dell’Ufficio studi della Cgia, il peso complessivo delle tasse, delle imposte e dei tributi rischia di superare i 53,7 miliardi di euro. Si tratta una soglia che potrebbe essere raggiunta nel caso in cui l’aliquota media della Tasi applicata sulle prime abitazioni si attesti quest’anno al 2 per mille. “Un tempo – esordisce il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi  – l’acquisto di una abitazione o di un altro tipo di immobile costituiva un investimento. Ora, chi possiede una casa  o un capannone sta vivendo un incubo. Tra Imu, Tasi e Tari gli immobili sono sottoposti ad un peso fiscale insopportabile”. Se in questi ultimi sette anni il prelievo legato alla redditività degli immobili è aumentato leggerissimamente (+ 1%), quello riferito ai trasferimenti di proprietà è sceso del 23%, a seguito della fortissima crisi che il mercato immobiliare ha subito in questi ultimi anni. Solo il gettito riconducibile al possesso dell’immobile ha subito un vera e propria impennata: se ipotizziamo che nel 2014 l’aliquota media Tasi sull’abitazione principale si attesti al 2 per mille, dal 2007 ad oggi il prelievo è destinato a crescere dell’88%. “Tra l’Imu, la Tasi al 2 per mille e la Tari – conclude Bortolussi – nel 2014 gli italiani pagheranno circa 32,5 miliardi di euro. Questo importo incide sul prelievo totale per il 60%. Tenendo conto di tutto il sistema fiscale che grava sul mattone, nel 2014 i proprietari di immobili dovrebbero pagare 4,6 miliardi in più rispetto al 2013. Una buona parte di questo aumento va attribuito all’introduzione della Tasi che appesantirà il prelievo fiscale soprattutto sui proprietari di seconde e terze case e su quelli che possiedono un immobile ad uso produttivo”.

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