Tanti auguri a tutti
Ma in particolare…

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Una volta si prendeva carta e penna, oggi chi ancora non ha rinunciato alla vecchia tradizione di fare i propri auguri per l’anno nuovo accende il computer e prepara la sua e-new. La differenza è che la lettera era personale, si rivolgeva direttamente a qualcuno, e solo alcuni avevano la possibilità di diffonderla. La e-new è urbi et orbi, arriva a tutti, coloro che la vogliono leggere e coloro che invece ci si imbattono per puro caso. Internet è democratico, si dice. Anche se non è proprio così, allora sfruttiamolo.

Tanti auguri. Innanzi tutto a quegli 82.586 pensionati che in provincia di Firenze ogni mese ricevono un obolo che non supera i cinquecento euro. E quindi quasi il 50%. Se un giorno arrivassimo al traguardo della pensione potrebbero essere anche di meno.

E quasi per contrappasso auguri ai più giovani, quelli dell’età dei miei figli. Diamogli una speranza, e anche una spinta. La disoccupazione tra i 15 e i 24 anni in Toscana è raddoppiata dal 15 al 30% in soli 4 anni, dal 2008 al 2012, e ha raggiunto il 20% nella fascia d’età tra i 15 e i 29 anni. Intanto il tasso di abbandono scolastico si è inerpicato fino al 18,6%, con i maschi addirittura al 23,4%, contro una media Ue del 12,8%. Sono sfiduciati, dicono. Secondo me potrebbero essere anche arrabbiati. Ma con chi. Forse con noi genitori stessi, che gli abbiano regalato una situazione simile senza neanche accorgercene. E ora mastichiamo amaro.

Auguri di dovere anche ai miei coetanei a cui tocca la sorte di cui sopra, cioè quella di trovarsi senza un lavoro, con la differenza che a 50 anni è difficile anche pensare di andarselo a cercare altrove un lavoro, quando ci si scopre ormai fuori mercato. Anche se lo Stato ha provato a tutelarci, dimezzando gli oneri contributivi per quegli imprenditori che assumono 50enni  disoccupati da oltre 12 mesi. Grazie, ma oggi l’esperienza, messa sul piatto anche assieme al bonus, non sposta più di molto la bilancia e non riesce a equilibrare il peso dell’età.

Auguri anche a chi ha il difficile compito di trovare nomi sempre nuovi per le nostre tasse. Perché non vale l’equazione: non capisco quindi non pago. Così si continua a ragionare di Imu quando c’è già la Iuc, così come di Tarsu quando sono spuntate la Tari e la Tasi. E in questo modo siamo sempre una tassa indietro, oltre che una rata indietro. E auguri a chi pensa ad una legge di stabilità, sperando che sia applicabile anche alle famiglie e a tutti gli italiani singolarmente. A me per esempio un po’ di stabilità farebbe proprio comodo in questo momento, magari una stabilità verso l’alto. Ma non so se è la stessa cosa di cui parlano i politici. (Maurizio Abbati)

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