Un biglietto di ritorno per i cervelli in fuga

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Giovani cervelli in fuga dall’Italia nel tentativo di costruirsi un percorso di professionalizzazione che li porti a ritagliarsi uno spazio lavorativo di qualità, pur lontano dall’asfittica patria. Eppure molti di loro un pensierino a tornare lo fanno eccome, destinato a concretizzarsi però solo di fronte a reali opportunità e quando il merito sarà il vero cardine delle scelte del nostro sistema istituzionale ed economico. E’ quanto conferma uno studio condotto dalla Camera di commercio di Firenze su un campione di 80 studenti italiani che dopo aver effettuato un master in Business administration negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, Francia e Spagna, stanno valutando le migliori opportunità lavorative. Ebbene, il 73,6% di questi è pronto a comprare il biglietto di ritorno per l’Italia, a patto che vengano garantite condizioni meritocratiche (33%), ci siano opportunità di carriera ben definite (28%) e che questo sia accompagnato da incentivi fiscali per il rientro (22%). Il campione del sondaggio sottolinea che la specializzazione internazionale è stata fondamentale soprattutto per dare maggiore sostanza al proprio curriculum (43%) e per la mancanza di strutture formative competitive sul territorio nazionale (24%). La permanenza media all’estero è stata di 5 anni, segno che in molti casi l’uscita dall’Italia è avvenuta durante i primi anni del percorso universitario.

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