“Contro la mafia serve una risposta forte della società civile”

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Servono strumenti mirati e adeguati per far fronte a una presenza mafiosa che sta estendendo la propria attività minando la società del nostro paese, infiltrandosi nel mondo degli affari, senza distinzione tra nord e sud. Serve prevenzione, vigilanza e controllo, ma anche il coinvolgimento di tutte le forze sane del paese, a partire dai giovani e dalle scuole. È il messaggio emerso dalla tavola rotonda “Mafia in Italia” ospitata ieri dalla Fondazione Spadolini e organizzata dalla Fondazione Spadolini, la “Fondazione I Medici F3”, il “Gomitolo – Associazione per la Legalità” e “Officine Creative” in un’anteprima del Festival della Legalità 2025.

Lucia D’Alessandro, sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Firenze, e Annamaria Frustaci, sostituto procuratore della DDA di Catanzaro, hanno spiegato come le organizzazioni mafiose abbiano da tempo cominciato a permeare il mondo degli affari, ampliando la loro attività e rendendosi sempre più difficili da individuare e sradicare. Le imprese non devono far breccia alle mafie.

“E’ necessario che da tutta la società civile arrivi una risposta forte e questa non può che passare da un’adeguata informazione, perché le infiltrazioni mafiose mirano a sconvolgere le regole della democrazia e della giustizia. Nessuno può chiamarsi fuori perché ogni territorio ormai è diventato oggetto di queste infiltrazioni, come si è visto anche in Toscana”, ha detto la presidente del “Gomitolo – Associazione per la Legalità” Mimma Dardano. Mentre il presidente della “Fondazione I Medici F3” Paolo Gacci ha ricordato la battaglia di Giovanni Falcone e l’importanza di non abbassare lo sguardo.