Con la crisi ci si scorda del dentista

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La crisi economica ha chiuso la bocca agli italiani. Cresce il numero di quanti rinunciano alle cure odontoiatriche e purtroppo anche alla prevenzione orale pur di risparmiare. E al di là dei problemi di salute che si possono generare, tutto ciò ha ridotto in modo sensibile anche il lavoro dei dentisti, che in Toscana hanno subito cali del fatturato che variano dal 30 al 50%. “E non solo perché ci si cura di meno, ma anche per le tante forme di concorrenza che sono nate, dal turismo sanitario al low cost, fino alle prestazioni odontoiatriche messe in vendita su groupon. Per non parlare – spiega il segretario generale di Andi Toscana, Marcello Ridi – del sistema sanitario pubblico. Concorrenza difficile da combattere solo sotto il profilo dei prezzi, perché come singoli professionisti abbiamo dei costi di materiali e di mantenimento elevati, su cui non possiamo agire se vogliamo mantenere i nostri standard qualitativi”. Come Andi associate in Toscana 2.500 professionisti circa, ma non avete pensato a creare a vostra volta una sorta di listino comune? “Ci stiamo muovendo in questa direzione – commenta il vicepresidente di Andi Toscana, Livio Benelli – ma non è facile definire parametri comuni a tutti gli associati.  Per questo anziché un listino completo abbiamo cercato di individuare prestazioni identificabili che siamo tutti in grado di effettuare nello stesso modo, una sorta di capitolato a cui attenersi insomma, anche sotto il profilo etico. E su queste stiamo procedendo per fare una proposta organica all’utente”. Un altro aspetto importante della professione è quello legato al ruolo delle nuove tecnologie, sempre più presenti negli studi odontoiatrici. “E’ vero – replica Benelli -. Le nuove tecnologie hanno una grande importanza sotto il profilo diagnostico, ma bisogna che l’utente capisca che non è la tecnologia a fare la professionalità di un medico. L’innovazione serve ad abbreviare i tempi, ma è l’operatore che conta. Affidarsi troppo alla tecnologia può anche comportare un eccesso di trattamento, che è bene evitare”. (Ma.Ab.)

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